Dall’inizio dell’anno ci sono già 185 morti, e questo in una situazione di crisi in cui l’economia non ha ancora ripreso pieno ritmo. Siamo un paese da mille morti di lavoro l’anno.
Nel 2016 sono state controllate 192mila imprese, nel 2019 appena 142mila, ma è il numero degli ispettori a diminuire costantemente, a causa del blocco del turnover e dell’assenza di risorse. Nel 70% dei casi sono state riscontrate delle irregolarità. Vuol dire che 7 imprenditori su 10 hanno risparmiato sui diritti dei loro dipendenti, che fosse su aspetti previdenziali, assicurativi, o sulla sicurezza.
Come se non bastasse, il settore ‘Prevenzione e Sicurezza sul lavoro’ della regione Toscana era stato soppresso dall’ex Governatore Enrico Rossi per motivi di risparmio e fatto inglobare nella ‘Prevenzione collettiva’ assieme alla sicurezza alimentare, veterinaria etc. La precarietà introdotta grazie a leggi precise e il ritorno in forme velate del cottimo, costringono ad aumentare il ritmo di lavoro, aumentando a dismisura i rischi.
Le numerose denunce che emergono nel distretto PRATESE sono solo la fotografia nitida di un paese in cui il profitto è messo costantemente davanti alle persone, come nel caso Texprint.
Il Partito Democratico che governa a livello nazionale e locale è responsabile dello status quo. Non possiamo restare a guardare, oggi ci stringiamo intorno ai familiari, alle amiche e amici di Luana e lottiamo con più determinazione per una mobilitazione conflittuale, superando attendismi e localismi, anche con uno sciopero nazionale per ottenere:
Più risorse e assunzioni per più controlli sui posti di lavoro da parte dell’Ispettorato;
Guerra senza quartiere a lavoro nero, precarietà ed evasione fiscale;
Lavorare meno lavorare tutte/i ;
Salari dignitosi e rispetto dei contratti collettivi nazionali.