(ANSA) – TRENTO, 29 LUG – Identificato il meccanismo utilizzato dal nostro cervello per distinguere gli odori grazie ad uno studio, pubblicato su Nature, condotto dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) a Rovereto e dall’Università di Harvard a Boston.
Lo studio getta una nuova luce sui processi cerebrali coinvolti nella continua elaborazione delle informazioni che ci arrivano dai nostri sensi, in particolare dall’olfatto. Inoltre, grazie a questo risultato, in futuro i ricercatori potranno pensare alla realizzazione di un olfatto artificiale da trasferire sui robot e altre macchine intelligenti.
Il team di scienziati italo-americano, coordinato da Bob Datta della Harvard Medical School di Boston, ha identificato i trucchi che usa il cervello per discriminare e generalizzare tra molecole odorose che hanno strutture chimiche con vari gradi di similarità. Il team di scienziati autore della scoperta comprende due gruppi di ricerca italiani del Centro di neuroscienze e sistemi cognitivi dell’Iit di Rovereto, il team di Giuliano Iurilli, rientrato in Italia grazie alla Fondazione Armenise Harvard e quello di Stefano Panzeri, coordinatore del Centro.
“Abbiamo sviluppato metodi di analisi ad hoc – spiega Iurilli – e abbiamo visto che inizialmente i neuroni sensoriali presenti nel naso catturano le molecole odorose e le analizzano quasi come fanno i cromatografi, macchine che descrivono precisamente le differenze chimiche tra molecole diverse”.
“Tutta questa precisione – aggiunge Iurilli – riguarda però soltanto la prima ‘porta’ per il riconoscimento degli odori, che è appunto il naso. Quando le informazioni raccolte ed elaborate dal naso arrivano in una struttura più centrale del cervello chiamata corteccia olfattiva, le descrizioni degli odori cominciano a personalizzarsi e a non rispettare più le differenze chimiche. È qui che entra in gioco la memoria. Le nuove somiglianze descritte nella corteccia olfattiva rispecchiano meno la chimica e più le precedenti esperienze del soggetto. E così se per il nostro naso abbiamo di fronte, ad esempio, una molecola di etanolo e una di octene-3-ile acetato, per la nostra corteccia olfattiva abbiamo davanti semplicemente il profumo di una grappa alla genziana”. (ANSA).