(ANSA) – TRENTO, 19 GIU – I consiglieri di minoranza in Consiglio provinciale a Trento hanno presentato una proposta di mozione di sfiducia nei confronti del presidente, Walter Kaswalder. Per le opposizioni, si legge nel documento, “In aula e nelle sedi istituzionali, infatti, il presidente ha dimostrato più volte di non essere super partes, nella dialettica tra maggioranza e minoranze. Fuori aula, ha partecipato più volte a incontri non istituzionali di giunta provinciale e dei partiti di maggioranza, esprimendo anche simbolicamente una inaccettabile vicinanza alla maggioranza politica che lo sostiene”.
I consiglieri di minoranza ricordano come il presidente del Consiglio provinciale abbia partecipato “ad incontri amministrativi pubblici della Giunta provinciale sul territorio” e abbia preso “posizione ufficiale sugli organi di informazione, in dispregio agli impegni assunti unanimemente dall’aula durante la sessione dedicata al bilancio di previsione 2020 con un apposito ordine del giorno e con la quale si è indebolita ogni strategia di tutela degli accordi intercorsi fra lo Stato e le Province autonome e sottoscritti a Milano nel 2009 ed a Roma nel 2014”. Una questione “di inaudita gravità”, scrivono le minoranze, perché il presidente del Consiglio provinciale “ha disatteso platealmente un accordo trovato con fatica ed attraverso un dialogo costruttivo fra maggioranza e minoranze per salvaguardare gli interessi del Trentino”.
Ultimo punto su cui si basa la richiesta all’aula di votare la sfiducia è la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Trento che ha condannato il Consiglio a risarcire l’ormai ex segretario particolare del presidente Kaswalder, a causa dell’illegittimo licenziamento deliberato da quest’ultimo. “Il rifiuto del Presidente di prendere atto della propria inadeguatezza a guidare il Consiglio provinciale non può restare privo di conseguenze. Con il presente atto i sottoscritti consiglieri intendono prendere le distanze dalla condotta del presidente Kaswalder e condannare le modalità di conduzione dei lavori d’aula portate avanti dallo stesso, in sfregio ai basilari principi di imparzialità ed equidistanza dalle parti”, si legge ancora nella mozione.