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Coronavirus: Rossi (Fitav), nostro sport è al collasso

(ANSA) – ROMA, 11 APR – “Nel nostro sport, il tiro a volo che tante medaglie porta all’Italia, le società, tutte dilettantistiche, sono al collasso. Infatti proprio nei mesi di marzo, aprile e maggio hanno modo di introitare le quote societarie dovute per i servizi che prestano agli associati.
    Insomma, in questo periodo introitano economicamente ciò che le fa sopravvivere tutto l’anno, oltre alla passione dei dirigenti.
    Ma quest’anno gli introiti sono pari a zero introiti e rimangono tutti gli adempimenti e pagamenti”.
    L’allarme è del presidente della Fitav Luciano Rossi, ex parlamentare e in passato anche vicepresidente della federazione mondiale del tiro. La situazione creata dalla pandemia del Covid-19 sta mettendo in seria difficoltà la sua disciplina, in cui l’Italia è al top del mondo insieme agli Stati Uniti. “La situazione era già complicata prima del coronavirus – dice ancora Rossi, che ha deciso di non tagliarsi la barba finché non finirà l’emergenza -, e per questo più volte avevo portato il problema al Consiglio Nazionale del Coni e delle autorità. Il momento è complicatissimo, non siamo abituati a battere i pugni ma ci aspettiamo rispetto e considerazione. Anche perché abbiamo fatto sempre fatto il nostro dovere sia come sport di base e sia come sport di elite”. Un’idea per ridurre i costi non potrebbe essere quella, come hanno fatto altre federazioni (ieri la Fir), di ridurre i gettoni di presenza del presidente federale e dei consiglieri? “La Fitav normalmente fa 4-5 consigli nazionali ogni anno, solo l’anno scorso ce ne sono stati otto perché c’era una situazione particolare, per attività e impegni di varia natura. Tutto ciò proprio per spendere il meno possibile.
    Oltretutto, per i soli consiglieri e non per il presidente, c’è un gettone di presenza di 100 euro, tassati. Quindi parliamo di 60-70 euro a presenza per ogni consiglio federale. Ci occupiamo della federazione tutti i giorni, senza orari, e non credo ci sia un problema di gettoni e compensi: c’è solo da rimboccarsi le maniche per non far sparire il nostro sport”. (ANSA).
   

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