L’economia umbra è vista come “l’ennesima opportunità per reinvestire i proventi illeciti” dalla organizzazioni criminali calabresi e campane. E’ quanto emerge dalla relazione sull’attività del primo semestre della Direzione investigativa antimafia.
L’Organismo rileva come in Umbria sia assente una forte criminalità locale mentre siano presenti numerose aziende.
Fattori che “hanno favorito la presenza, specie nella provincia di Perugia, di famiglie calabresi e campane”. Fenomeno “ragionevolmente correlato” anche alla presenza a Spoleto e a Terni di carceri con detenuti al 41 bis. “Fisiologico, quindi” – sostiene la Dia -, prima l’insediamento in Umbria dei parenti dei detenuti e “il successivo interesse delle organizzazioni criminali delle regioni d’origine rivolto all’economia locale”.
I proventi illeciti – in base all’analisi – vengono reinvestiti “nell’acquisto di possedimenti rurali e nelle attività economiche connesse”.