(ANSA) – PERUGIA, 18 LUG – La sfida è quella di riuscire ad aggregare gli attori della filiera in un sistema capace di fare reddito in modo da far sì che le produzioni abbiano maggior successo. Ma non solo: l’obiettivo è quello di coniugare le esigenze delle imprese con il sistema dei decisori politici e di realizzare un comitato promotore in cui gli stakeholder si prendano la responsabilità dello sviluppo del territorio.
Questo e molto di più è emerso dalla tavola rotonda dal titolo “Distretto Rurale, dalla competizione dei singoli alla competizione dei territori”, promossa da Confagricoltura Umbria e Marco Caprai dell’azienda agricola Arnaldo Caprai, cantina dove ha avuto sede l’incontro.
L’iniziativa aveva l’obiettivo di puntare i riflettori su come politica e impresa possono condividere una pianificazione strategica di sviluppo post Covid-19, facendo il punto sul nascente Distretto rurale dell’Umbria orientale, che ha come fulcro la produzione vinicola con Montefalco e il Sagrantino da capofila.
Il presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, ha puntato i riflettori sull’unione di intenti per la creazione di innovazione e indotto economico: “Aggregazione e qualità sono le parole d’ordine, la filiera è un valore aggiunto. Dalle nocciole al tartufo, le filiere nascenti in Umbria sono molte. Serve però un cambio di mentalità”.
“I Distretti rurali – ha affermato l’assessore regionale Roberto Morroni – costituiscono sicuramente una frontiera verso la quale guardare con grande attenzione e interesse, una strada che va imboccata con molta determinazione e tempestività. Le ragioni sono principalmente tre: aggregazione, un’aggregazione che mantenga le identità di ognuno, non una somma ma una moltiplicazione, in modo da consentire di superare i limiti che i piccoli hanno, coralità che sappia mettersi in gioco; qualità, prodotti che siano ambasciatori del territorio; dinamismo, forse l’aspetto più importante, i Distretti rurali possono accelerare i processi di evoluzione necessari alla competitività. Noi crediamo molto in questo e abbiamo già dato dei segnali in questo senso con i Distretti del Cibo, opportunità non ancora colta dai soggetti del territorio”. (ANSA).