La Cassazione ha definitivamente confermato la condanna a trent’anni di reclusione inflitta al quarantasettenne perugino Francesco Rosi per avere ucciso, il 25 novembre 2015, con due colpi di fucile, la moglie, l’avvocato Raffaella Presta, 40 anni, nella propria abitazione di Perugia. I giudici hanno infatti ritenuto inammissibile il ricorso dei difensori dell’uomo processato con il rito abbreviato. Rosi dopo l’omicidio chiamò il 112 e venne arrestato dai carabinieri. E’ attualmente detenuto.
Alla lettura della sentenza della Cassazione hanno assistito la sorella e il fratello della vittima. I familiari di Raffaella Presta si sono costituiti parte civile con l’avvocato Marco Brusco. “Le bugie di Rosi hanno finito per stritolarlo – il commento del legale -, impedendogli di ottenere le attenuanti. Siamo soddisfatti della sentenza. Speriamo che tutti i familiari possano trovare finalmente un pò di serenità per affrontare la vita”.