(ANSA) – PERUGIA, 31 MAR – In una gremita cattedrale dei santi Pietro e Donato di Arezzo, il 31 marzo pomeriggio, don Marco Salvi, parroco di Anghiari (Arezzo), è stato ordinato vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, titolare di Termini Imerese, per l’imposizione delle mani dei cardinali Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, presidente della Cei, e Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, e di altri arcivescovi e vescovi concelebranti, tra cui il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana (Cet), e l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu).Presenti nella cattedrale di Arezzo anche numerosi sacerdoti e fedeli dell’Archidiocesi perugino-pievese e diversi rappresentanti delle istituzioni civili delle due città capoluogo tra cui il sindaco di Perugia Andrea Romizi. Il cardinale Bassetti, nell’omelia – riferisce una nota dell’archidiocesi di Perugia – si è rivolto al suo neo vescovo ausiliare dicendogli: “Carissimo don Marco, non dimenticare mai questa bellissima pagina del vangelo di Luca, e sii anche tu un padre – come già lo sei stato per i tuoi parrocchiani – verso coloro che ti verranno affidati, ai quali annunzierai la Parola in ogni circostanza opportuna e non opportuna. Per loro sarai fedele dispensatore dei misteri di Cristo; li amerai con cuore di padre e di fratello, cominciando dai presbiteri e dai diaconi, tuoi collaboratori nel ministero, e non dimenticare mai i poveri, gli indifesi e quanti avranno bisogno di accoglienza e di aiuto. Non essere mai un vescovo che pretenda di comandare con severità”. “Sii un Vescovo di riconciliazione – ha detto ancora, fra l’atro – che porta non divisione ma unità, con la coscienza della grande diaconia che ti è affidata”.
Le prime parole del neo vescovo ausiliare, pronunciate al termine della celebrazione, sono state di ringraziamento a “Dio che in questi giorni – ha detto mons. Salvi – mi ha fatto sperimentare ancora una volta la sua grande fiducia nei miei confronti. Guardando indietro riconosco che la sollecitudine di Dio, la sua premura, si è manifestata tramite circostanze e fatti non programmati e volti di persone e preti che mi hanno reso familiare Gesù Cristo. Grazie a quei preti, tra cui don Giussani, che mi hanno testimoniato che donarsi a Cristo realizza l’umano”.