(ANSA) – AOSTA, 26 GEN – Nel febbraio 2015 ci fu una “fuga
di notizie in merito all’esistenza dell’intercettazione
ambientale presso la pizzeria ‘La Rotonda'” di Antonio Raso. Il
presunto “promotore” della locale di ‘ndrangheta di Aosta era
quindi “diventato particolarmente prudente, tanto” da “abbassare
la voce nel corso delle conversazioni all’interno della pizzeria
e di conferire con alcune persone nelle ore di maggiore afflusso
di clienti nel locale, in modo tale da utilizzare il rumore di
fondo del locale come elemento di disturbo”. Lo scrive il gip di
Torino Silvia Salvadori nell’ordinanza dell’operazione Geenna.
Le indagini non hanno consentito di identificare chi ha “violato
il segreto investigativo”. Secondo quanto ricostruito dai
carabinieri, l’informazione era stata data al compagno di un
avvocato di Torino, la quale aveva avvisato il suo ex marito, in
affari per questioni commerciali con un pregiudicato aostano,
titolare di un autosalone, che aveva informato il presunto
capo-locale Marco Di Donato, e quindi Raso.