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Coronavirus: “restituiteci le nostre montagne”, petizione

“Per favore, restituiteci le nostre montagne”. Si conclude così il testo di una petizione avviata in Valle d’Aosta da alcuni “appassionati delle terre alte” in merito alle restrizioni per l’emergenza coronavirus.
    Tra i primi firmatari c’è lo scrittore Paolo Cognetti. “In Valle d’Aosta siamo un popolo di montanari. Siamo abituati alle fatiche e alle restrizioni, al lavoro manuale, al freddo e alla solitudine, ma non a vivere lontani dai nostri boschi, dai pascoli, dai torrenti. Un montanaro chiuso in casa si ammala nel corpo e nello spirito. Siamo del tutto consapevoli della gravità dell’epidemia in corso, tuttavia crediamo che le misure per contenerla vadano adeguate a un territorio e a una popolazione, non abbia senso prenderle dalle città ad alta densità e semplicemente applicarle alla montagna” si legge.
    “Chi va a camminare nel bosco da solo o con la sua famiglia, chi va a far legna, a coltivare l’orto, chi porta il suo bambino in un prato – prosegue – non può contagiare né essere contagiato da nessuno. Queste attività sono i fondamenti della nostra vita quotidiana, e un bosco è luogo molto più sicuro dal virus rispetto ai supermercati o agli uffici dove ci è concesso andare”.
    In dettaglio si chiede al Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, di allentare da subito le regole relative all’attività motoria, di permettere di effettuare attività motoria all’aperto, di svolgere le attività agricole (“da sempre la base che forma il tessuto culturale e tradizionale valdostano”), di svolgere sport all’aria aperta dal 4 maggio per singoli e appartenenti allo stesso nucleo familiare e di prevedere nella fase successiva, entro il mese di maggio, la possibilità di svolgere sport all’aria aperta in gruppi, di non più di 5 persone, mantenendo il distanziamento sociale. La petizione si trova online sul portale change.org. 
   

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