I diamanti nati nel cuore delle Alpi rivelano nuovi indizi sull’origine della vita: sulla loro superficie presentano infatti molecole di carbonio organico, prova del fatto che i precursori della vita possono resistere in condizioni estreme finora impensabili, come a oltre 100 chilometri di profondità e 600 gradi di temperatura. A indicarlo è lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da Maria Luce Frezzotti, geologa dell’Università di Milano-Bicocca, recentemente premiata con la Medaglia per le Scienze Fisiche e Naturali, assegnata dall’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL.
La ricerca, condotta sui minerali inclusi nelle rocce del lago di Cignana, in Valle d’Aosta, dimostra che nelle profondità della Terra esistono molecole di carbonio organico (in particolare acidi carbossilici) che possono innescare la formazione di diamanti (generalmente attribuita a composti inorganici come anidride carbonica o metano) e forse diventare elementi costitutivi per la vita. “E’ una scoperta affascinante che specie di carbonio organico siano presenti all’interno della Terra, dove per definizione, a causa delle condizioni estreme di temperatura e pressione, non sono previste”, spiega Frezzotti.
Lo studio “apre nuove prospettive anche per le ricerche sull’origine della vita sulla Terra: l’aver rivelato questa sintesi di molecole organiche in condizioni molto profonde è una novità assoluta, in quanto, generalmente, si tratta di un processo studiato e valutato a livello di superficie del Pianeta o di impatto da parte di corpi extraterrestri”. I diamanti svolgono anche un ruolo rilevante per lo studio dei cambiamenti climatici. Questi minerali, infatti, sono testimoni dei processi che regolano il trasporto di carbonio in profondità e il suo successivo rilascio in atmosfera, caratteristica che li rende in grado di fornire importanti indicazioni sulle quantità di anidride carbonica che sono riciclate dalla Terra.