Contributi per l’acquisto di biciclette a pedalata assistita e di veicoli a bassa emissione di Co2, fondi per la costruzione di piste ciclabili, incentivi per il car sharing: queste alcune delle iniziative previste dalla legge sulla mobilità sostenibile varata la scorsa notte dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta, con 23 voti favorevoli (alla maggioranza autonomista si è aggiunto il Movimento 5 stelle). Luboz e Lucianaz di Lega VdA hanno votato contro, mentre gli altri consiglieri della Lega VdA, Mouv’, ADU-VdA e Misto si sono astenuti.
Vengono stanziati 6,3 milioni di euro per il 2019, 4,4 mlm per 2020 e 3,8 per il 2012 (nel triennio la quota per i soli contributi ammonta a 7 milioni di euro). Sono stati anche ricompresi alcuni fondi europei destinati alla realizzazione delle piste ciclabili.
“C’è un sistema incentivante, considerato quale mezzo per cambiare il nostro parco di veicoli, ma la norma definisce anche i principi e i valori che delineano il campo d’azione”, ha spiegato il relatore Giovanni Barocco (Uv). “Pensiamo – ha aggiunto – di poter raggiungere gli obiettivi prefissati per far diventare la nostra regione Fossil Fuel Free”.
Secondo Luciano Mossa (M5s), “qualsiasi legge uscirà oggi da quest’aula non sarà sufficiente a completare questo percorso verso la mobilità sostenibile, sarà solo un punto di partenza”. Critiche alla norma sono arrivate dall’opposizione. “E’ una legge in cui l’espressione ‘mobilità sostenibile’ viene strumentalizzata per nascondere un mero contributo, è un ritorno al passato”, ha detto Stefano Ferrero (Mouv’). Andrea Manfrin, capogruppo della Lega Vda, ha evidenziato la contraddizione di “una legge sulla mobilità sostenibile che dà contributi per l’acquisto autoveicoli privati”.
“Questa purtroppo – ha aggiunto Manfrin – non è una legge sulla mobilità, bensì una legge per il salvataggio della maggioranza, visto che fino all’ingresso della stampella di Rete Civica non se ne era mai parlato”. L’assessore ai trasporti Luigi Bertschy ha replicato che “questa legge sarà migliorabile nel tempo e non risponde ai diktat di nessuno. E’ un inizio che dà anche degli obiettivi futuri (ridurre la mobilità privata a favore di quella pubblica, ridurre l’inquinamento) e noi abbiamo il dovere di lavorare con un entusiasmo che dia fiducia ai nostri giovani, anche attraverso un utilizzo diverso delle auto”.
(ANSA).