Negli ultimi anni, il tema della disabilità è stato affrontato con sempre maggior attenzione. Anche l’intervento legislativo si è speso per tutelare i diritti dei meno fortunati, come dimostrano in Italia la Legge 104 del 1992 e a livello globale la Convenzione ONU del 2006 per i diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, per una società più inclusiva che tuteli i diritti individuali, oggi diventa necessario uno sforzo che favorisca l’inclusione sociale e la conversione culturale. Sono questi i messaggi che emergono dal nuovo libro della Senatrice Paola Binetti “Abili, disabili, ma tutti diversamente abili. Cosa sta cambiando nell’ottica dei diritti umani”, Edizioni Magi, Roma, 2021, pp 202.
LA PRESENTAZIONE – Su iniziativa della Senatrice Paola Binetti, il libro “Abili, disabili, ma tutti diversamente abili. Cosa sta cambiando nell’ottica dei diritti umani” viene presentato Lunedì 17 gennaio presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca “Giovanni Spadolini” – Piazza della Minerva, 38 Roma. Sono invitati a partecipare: Erika Stefani – Ministra per le disabilità; Giusi Versace – Parlamentare e atleta paralimpica; Vincenzo Falabella – Presidente Fish; Luca Pancalli – Presidente CIP; Andrea Vianello – Direttore Radio1 Rai; Michelangelo Simonelli e Leonardo Martello – Manager; Modera – Daniel Della Seta, Giornalista. Conclusioni della Sen. Paola Binetti, autrice del libro. È possibile seguire l’evento sui canali della web tv o del canale youtube del Senato.
UN NUOVO APPROCCIO VERSO LA DISABILITA’ – Parlare di tutela dei diritti dei disabili implica anzitutto un approccio giuridico. Sono infatti le norme statali a rimuovere gli ostacoli e sociali, a garantire libertà, eguaglianza, pieno sviluppo delle proprie capacità e partecipazione alla vita del Paese. Affinché il processo di inclusione delle persone disabili sia completo, intervengono però altri processi, di stampo sociale, etico, culturale, scientifico. Solo lavorando su molteplici piani si può ottenere un pieno concetto di integrazione. I progressi in questi anni sono stati notevoli, come si intuisce anche dalle diverse discipline che hanno affrontato il tema e dalle innovazioni tecnologiche ideate per colmare alcune lacune: si va dalle scienze della formazione all’ingegneria biomedica, passando per l’architettura impegnata nella rimozione delle barriere. Per una società senza discriminazioni e per la tutela dell’individuo resta ancora molto da fare: dalla applicazione di norme e principi alla rimozione degli ostacoli persistenti, fino a un’integrazione del paradigma medico-scientifico nel più vasto ambito dei diritti umani. Ciò che vuole proporre l’autrice Binetti con il suo testo è un approccio alla disabilità che superi la chiave antidiscriminatoria per passare a una piena legittimazione dei diritti umani. La stessa diversità deve essere superata favorendo l’inclusione: è un processo sociale, etico e culturale, che avvalora il percorso giuridico, che necessita comunque di un ulteriore slancio per completarsi. In questo quadro si colloca anche il Testo Unico sulle Malattie rare approvato dalla Camera nel 2021 e attualmente in esame al Senato. Anche l’ambito sanitario, infatti, rientra nel discorso della disabilità e necessità di una riforma come previsto anche dal PNRR: una sanità che non sia più ospedalo-centrica, ma che sia più presente sul territorio prendendosi cura del paziente grazie anche alla tecnologia che permette di sviluppare sempre più una medicina di precisione. “Oggi vi è la necessità di costruire una società inclusiva – sottolinea la Senatrice Paola Binetti – Il rischio dell’esclusione è permanente ed è molto insidioso. Ogni giorno dobbiamo scovare le tentazioni di esclusione dell’altro e capovolgere la prospettiva. Abbiamo bisogno degli altri e gli altri hanno bisogno di noi. Le nostre fragilità e i nostri difetti possono diventare gli agganci propositivi per creare legami forti, che aiutano noi e gli altri a superare le proprie debolezze e a colmare i propri limiti. Nella nostra società si è parlato di ‘legami liquidi’, una condizione di solitudine che deve essere rovesciata con relazioni forti che conferiscano la certezza di non essere mai soli”.
L’INCLUSIONE IN AZIENDA – Un modello di inclusione della diversità nell’ambito privato è stato sperimentato con successo da un’azienda del settore biofarmaceutico, Gilead Sciences Italia. L’impegno nella ricerca e nello sviluppo di farmaci per patologie letali e per malattie rare che caratterizza questa realtà già rappresenta uno sforzo verso chi soffre; l’applicazione di un paradigma inclusivo nell’approccio lavorativo ha rappresentato un valore aggiunto unico nel panorama nazionale. “Nella nostra realtà è stato inserito il concetto di inclusione nel modello aziendale – sottolinea Michelangelo Simonelli, Senior Government Affairs dell’azienda – Valori come il lavoro di gruppo, l’integrità, l’eccellenza fanno parte di numerose imprese. Nel nostro caso, assieme al Direttore Generale Valentino Confalone, ci siamo chiesti come potessimo dare ancora maggior valore alle persone e alle loro competenze a prescindere dalle diversità. Grazie al supporto di specialisti del settore, abbiamo rimosso ogni barriera per un percorso denominato ‘Accademia dell’inclusione’ e abbiamo attuato una rivoluzione culturale, che ci ha permesso di crescere sia umanamente che professionalmente”.