Le gengive infiammate mettono a rischio la salute generale e anche il portafoglio: i costi per la gestione dei pazienti sono enormi in tutta Europa e in Italia. Se il 90% dei casi fosse diagnosticato e gestito precocemente, non solo si avrebbe un miglioramento della salute orale con minore perdita dei denti e con una riduzione del numero di giorni perduti per disabilità, ma si avrebbe anche un risparmio economico calcolato in almeno 3,5 miliardi di euro l’anno. La mancata prevenzione della gengivite può portare allo sviluppo di una parodontite che quando non trattata rappresenta la causa principale della perdita dei denti con gravi conseguenze estetiche, funzionali e psicologiche oltre che con importanti costi economici per la loro sostituzione.
Tale aspetto è stato discusso in occasione del 20° Congresso Internazionale dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), a Rimini da oggi al 25 settembre che ha come tema le nuove linee guida europee in terapia parodontale: trascurare la parodontite è un vero e proprio errore anche in termini economici, oltre che sanitari e sociali. La parodontite, da moderata a grave, è ormai al quinto posto fra le malattie più frequenti nel mondo e soltanto in Italia il 50% della popolazione ha le gengive infiammate, con 8 milioni di italiani over 35 che soffrono di parodontite e 3 milioni ad alto rischio di perdere uno o più denti per colpa della malattia. Il controllo meccanico e chimico della placca con una buona igiene orale e le visite regolari dal dentista e dall’igienista dentale sono i capisaldi della prevenzione, che consente di intervenire tempestivamente riducendo i costi necessari per la sostituzione dei denti persi, che comportano una spesa annuale di oltre 4,5 miliardi. Molto importante è anche ricordare che il trattamento della parodontite riduce il rischio di peggioramento di gravi malattie sistemiche come l’aterosclerosi e il diabete con ulteriore beneficio specialmente nelle categorie di persone fragili. Altrettanto importanti sono le altre raccomandazioni emerse fra gli esperti SIdP, ovvero una maggiore integrazione dell’odontoiatria con il sistema sanitario nazionale, l’avvio di campagne di sanità pubblica sociali e individuali, il miglioramento dell’accesso alle cure odontoiatriche.
“La parodontite si può prevenire con una buona igiene orale e regolari controlli specialistici, tuttavia negli ultimi 25 anni, nonostante i progressi scientifici in termini di prevenzione e gestione clinica della malattia, presenta di fatto una prevalenza invariata – osserva Luca Landi, presidente SIdP – Molti infatti vanno dal dentista solo in caso di problemi e urgenze limitando i controlli a causa dei costi. L’ultimo rapporto del Global Burden of Diseases chiarisce però che la vera spesa è costituita dai costi indotti da una mancata o inadeguata cura delle gengive infiammate: sappiamo bene da tempo che i costi sostenuti per la cura della gengivite, se non sono seguiti da un controllo periodico, portano ad una perdita di denti che è fino a 5 volte maggiore rispetto a coloro che invece seguono un programma di controllo della malattia. I fattori chiave per essere efficaci ed efficienti anche da un punto di vista economico sono semplici e sono rappresentati dalla regolare rimozione della placca con la pulizia interdentale e dalla adozione di corretti stili di vita. Un altro elemento importante è visitare regolarmente gli odontoiatri e l’igienista dentale per garantire che eventuali problemi emergenti vengano affrontati mentre possono ancora essere risolti, perché le spese sono largamente inferiori per gestire una gengivite iniziale rispetto a una parodontite». I lavori del congresso hanno indicato oltre alla necessità della prevenzione e della gestione dei casi diagnosticati, anche l’importanza di integrare meglio l’odontoiatria al resto dell’assistenza sanitaria condividendo informazioni fra professionisti, ma anche di prevedere campagne di sanità pubblica sociali e individuali, nelle scuole, nei centri sanitari e non solo, prestando attenzione a raggiungere la popolazione meno abbiente, spesso più colpita dalla malattia proprio per la minore possibilità di accesso alla prevenzione. “Per molti il costo dell’odontoiatra è una barriera ed è più probabile che accedano al dentista quando c’è qualcosa che non va, piuttosto che per controlli o trattamenti preventivi essenziali per evitare la parodontite – riprende Landi – In realtà dobbiamo ricordare che il rapporto costo beneficio della terapia parodontale è molto favorevole e che questa non necessita di strumentazioni sofisticate per ottenere il controllo dell’infiammazione. Considerando l’enorme spesa sanitaria e il negativo impatto sociale connesso al mancato trattamento della parodontite oltre alla dimostrata convenienza del trattamento professionale della malattia, particolarmente in fase iniziale, sarebbe auspicabile una sempre maggiore consapevolezza da parte dei cittadini, degli operatori sanitari e delle istituzioni sul ruolo che queste cure possono avere sulle condizioni di salute di benessere orali e sistemiche.