(ANSA) – NAPOLI, 13 GEN – Il giudice del lavoro del Tribunale
di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ha condannato, in
solido, Fincantieri S.p.A. e Sait Spa, al risarcimento – di un
milione di euro – la fa miglia di un operaio di Castellammare di
Stabia, Angelo T., morto per mesotelioma da esposizione alle
fibre di amianto il 5 marzo 2016. Lo rende noto l’Osservatorio
Nazionale Amianto (ONA).
Di “sentenza storica per i lavoratori che sono stati negli anni
a contatto con la fibra killer nella cantieristica navale”,
parla l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.
“L’INPS in un primo momento – fa sapere l’ONA nel comunicato –
aveva riconosciuto soltanto 30 mila euro a titolo di rendita
indennitaria, il giudice Dionigio Verasani, invece, ha
condannato al risarcimento entrambe le aziende per le quali ha
lavorato l’ex dipendente, che ha ritenuto responsabili in solido
per il decesso dell’uomo”.
Angelo T. ha lavorato tra il 1963 al 1995 per un’azienda, la
Sait, alla quale la Fincantieri si rivolgeva spesso per
impegnarne gli operai. L’uomo ha svolto mansioni di manovale
fino al 1966, pittore per due anni e poi coibentatore, sempre a
contatto diretto con le polveri di amianto.
Durante il processo – si legge ancora nella nota – è stato
dimostrato, anche grazie a numerose testimonianze di altri
operai che lo hanno affiancato negli anni, che il lavoro veniva
svolto sempre senza strumenti di prevenzione tecnica e
protezione individuale: “…in particolare – sottolinea il
giudice – fu privato di maschere protettive che potessero in
qualche modo evitare, ovvero diminuire, l’inalazione di polveri
e fibre di amianto”. (ANSA).
Fonte Ansa.it