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Anestesisti, cresce il rifiuto delle cure ma nessuno sia abbandonato

Insieme al rapido incremento dei ricoveri ospedalieri del nostro Paese, si registra anche quello di “casi di pazienti con quadri clinici severi correlati a Covid-19 che rifiutano il ricovero in Terapia Intensiva o di sottoporsi a trattamenti di supporto vitale giudicati utili e appropriati dai curanti”. A scriverlo, in un documento pubblicato sul portale, è la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva (Siaarti) che sottolinea: “per quanto le circostanze possano essere difficili e faticose, al rifiuto ripetuto e ostinato del paziente non deve far seguito il suo ‘abbandono'”. 

Intanto sono quasi 48mila le assunzioni prevista dalla manivra nella sanità. Sono tanti infatti i nuovi professionisti che, a seguito dell’approvazione della legge di Bilancio, potranno entrare a far parte del Sistema sanitario nazionale a tempo indeterminato. La manovra approvata dal Parlamento introduce, afferma la Federazione aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), la possibilità di stabilizzare il personale assunto nel corso dell’emergenza Covid. “Arriva una boccata di ossigeno e una iniezione di energia nelle Aziende sanitarie e ospedaliere – commenta il Presidente di Fiaso, Giovanni Migliore -. Finalmente si torna a investire nella sanità pubblica e soprattutto nelle risorse umane”.

L’allarme degli anestesisti – Nel testo dal titolo “Pandemia e rifiuto dei trattamenti di supporto vitale”, la Siaarti richiama “alcuni elementi di carattere generale riguardanti il consenso alle cure e il relativo percorso decisionale”, in preciso riferimento al Codice di Deontologia Medica, sottolineando che “nessun trattamento sanitario può essere imposto a chicchessia, anche se il trattamento diagnostico o terapeutico proposto sia un trattamento ‘salva vita'”. Anche laddove gli operatori sanitari si trovino ad avere a che fare con ‘negazionisti’ o ‘no-vax’, non devono mai venir meno un atteggiamento rispettoso e ‘non giudicante’, anche se questo rappresenta ‘un aspetto gravoso e doloroso per i medici e per gli infermieri’. La tensione per offrire chance di vita, sempre orientata a valutare con attenzione la proporzionalità delle cure, si legge, “richiede a tutti noi lo sforzo di spiegare e motivare per tempo, con la massima attenzione e rispetto, in modo chiaro, veritiero e documentato”, ma anche “con ragionevole insistenza” l’utilità dell’impiego di trattamenti di supporto vitale, “compresa, se clinicamente appropriata, la ventilazione invasiva”. “Per quanto le circostanze possano essere difficili e faticose – si precisa – al rifiuto ripetuto e ostinato del paziente non deve far seguito il suo ‘abbandono’. Deve piuttosto essergli sempre garantito un adeguato livello di cure e, qualora necessario, la loro rimodulazione in chiave palliativa”. Come tali, conclude la società scientifica, “tutte le fasi, le motivazioni e le decisioni relative al consenso a trattamenti diagnostico-terapeutici, compresi quelli di supporto vitale, o al loro rifiuto devono essere documentati di volta in volta nella cartella clinica”.

Il piano assunzioni nella sanità –  L’articolo 92 della Legge di Bilancio – spiega il Presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – prevede che, “al fine di rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali anche per il recupero delle liste d’attesa e di consentire la valorizzazione della professionalità acquisita dal personale che ha prestato servizio anche durante l’emergenza da Covid19”, gli enti del Servizio sanitario nazionale possono assumere a tempo indeterminato, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale, il personale del ruolo sanitario e gli operatori socio-sanitari che abbiano maturato al 30 giugno 2022 alle dipendenze di un ente del Servizio sanitario nazionale almeno diciotto mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno sei mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022. Le stime effettuate dall’ufficio studi di Fiaso sono di 47.994 professionisti interessati alla stabilizzazione. In particolare il provvedimento potrebbe riguardare 8.438 medici, 22.507 infermieri e 17.049 operatori sociosanitari e altro personale sanitario (tra cui tecnici di laboratorio, assistenti sanitari, biologi). “Le risorse umane – rileva Migliore – rappresentano le basi non solo per gestire il presente con la quarta ondata pandemica in corso, ma anche e soprattutto su cui costruire il futuro del servizio sanitario nazionale e le gambe per poter correre con idee e progetti”. Fiaso, afferma, “aveva già ad ottobre avanzato la proposta di assunzione dei precari reclutati per affrontare l’emergenza Covid e diventati subito preziosi nel lavoro quotidiano in ospedali, laboratori, hub e uffici prevenzione: siamo soddisfatti del recepimento del nostro emendamento da parte del Governo e dell’intero Parlamento che hanno dimostrato di avere a cuore il Ssn. Potremo valorizzare il patrimonio di esperienza accumulato in quasi due anni dai professionisti e colmare le carenze di organico dopo anni di restrizioni della spesa, programmare e investire in modo efficiente ed efficace le risorse assegnate alla formazione e sviluppare le progettualità del PNRR”. “Non tutti gli operatori e non tutte le figure professionali impegnate nell’emergenza, però, rientrano nelle procedure di stabilizzazioni: come aziende sanitarie e ospedaliere – ha concluso – ci impegniamo a garantire, secondo il piano dei fabbisogni e dei tetti di spesa, percorsi di assunzione attraverso concorsi pubblici”. 
   

Fonte Ansa.it

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