(di Mauro Barletta) (ANSA) – TORINO, 10 AGO – Un bimbo di 4 anni è stato salvato
da un ri-trapianto di rene collegato al pancreas, tecnica mai
utilizzata su un paziente così piccolo e già sottoposto, in
precedenza, a trapianto di organi. E’ successo a Torino, dove i
medici hanno eseguito un intervento che i responsabili Città
della Salute definiscono “il primo al mondo a livello
pediatrico” e che la mamma chiama semplicemente “un miracolo”.
“Adesso – dice S., 30 anni – è bellissimo vederlo allegro,
sorridente e con tanta voglia di giocare”.
Quella del piccolo A. era stata, finora, una vita trascorsa
quasi interamente in ospedale. Un calvario. Ad un certo punto
era stato necessario sottoporlo a dialisi per cinque ore ogni
mattina, anche per sei giorni alla settimana.
La malattia gli era stata diagnosticata all’età di due mesi:
una crisi di vomito persistente lo aveva portato al pronto
soccorso del Regina Margherita, dove scoprirono un’insufficienza
renale terminale. “In pratica – spiegano oggi alla Città della
Salute – aveva i reni pietrificati per via di una rara e
gravissima malattia genetica, la iperossaluria primitiva”. Dopo
un ricovero quasi ininterrotto, a quindici mesi il bimbo fu
sottoposto a un trapianto di fegato-rene. Non bastò. Nonostante
il trattamento depurativo, il rilascio in circolo di grosse
quantità di ossalato di calcio dai depositi tessutali nei quali
si era accumulato danneggiò in maniera irreparabile il nuovo
rene.
Il quadro clinico si faceva via via sempre più complesso, le
condizioni di A. impedivano approcci chirurgici di tipo
tradizionale. Finché l’esito di una serie di esami ha convinto i
medici che era possibile giocare la carta decisiva: sostituire
il rene e attaccarlo alla vena della milza nel suo decorso
dentro il pancreas in direzione del fegato.
“Una strada mai percorsa finora al mondo – affermano alla
Città della Salute – in un paziente portatore di trapianto
epatico”. A soli 20 giorni dall’inserimento nelle liste di
attesa l’organo si è reso disponibile. L’intervento è stato
eseguito da un’equipe multidisciplinare degli ospedali Molinette
e Regina Margherita (Renato Romagnoli, Francesco Tandoi, Aldo
Verri, Claudia Melloni, Simona Gerocarni Nappo e Massimo Catti,
coadiuvati dagli anestesisti diretti da Roberto Balagna) ed è
riuscito alla perfezione. Dopo soli due giorni la funzione
renale si era già normalizzata.
La mamma di A. è una signora di 30 anni di origini marocchine
sposata con un autotrasportatore. “Per tutto questo tempo – dice
– ho sempre avuto fiducia nei medici e nel personale sanitario.
Anche perché vedevo che mio figlio, per loro, era come se fosse
più di un semplice paziente: lo trattavano con amore. Mi avevano
detto che l’operazione sarebbe stata difficilissima. Ma ce
l’hanno fatta. Sono stati bravissimi. Hanno compiuto un
miracolo”.
Il piccolo A., adesso, potrà avere una vita normale. A
settembre lo attende l’iscrizione alla scuola materna. (ANSA).
Fonte Ansa.it