(ANSA) – TORINO, 15 GEN – L’ospedale Molinette di Torino ha
messo a punto un approccio rivoluzionario che si avvale
dell’intelligenza artificiale per prevedere la possibilità di un
nuovo infarto o di un sanguinamento nei pazienti reduci da
infarto. La scoperta, pubblicata oggi sulla blasonata rivista
internazionale Lancet, è frutto di una ricerca della Cardiologia
universitaria delle Molinette diretta da Gaetano Maria De
Ferrari, in collaborazione con Università e Politecnico del
capoluogo piemontese.
Basandosi sui dati clinici di 23 mila pazienti, elaborati
con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, lo studio ha
portato dal 70% al 90% le probabilità di prevedere nei pazienti
infartuati recidive o sanguinamenti legati ai farmaci
fluidificanti del sangue, due rischi altissimi nei primi due
anni dopo un infarto miocardico acuto.
Gli autori hanno usato l’approccio del cosiddetto machine
learning, ovvero l’apprendimento automatico dei computer
programmati per imparare progressivamente dai dati, migliorando
sempre più le loro capacità predittive. In questo caso il
risultato è stato la creazione di un nuovo sistema di
classificazione del rischio futuro nei pazienti infartuati,
molto più efficace di quello tradizionale.
“I pazienti colpiti da infarto – spiega il coordinatore dello
studio, Fabrizio D’Ascenzo – nei primi due anni sono ad
altissimo rischio di recidive e di emorragie. La scelta
terapeutica deve bilanciare questi due rischi, cosa che il
cardiologo fa basandosi sull’esperienza e sull’intuito, aiutato
anche da dei punteggi di rischio. Ma tali punteggi sono poco
precisi e di modesto aiuto. Noi grazie all’intelligenza
artificiale abbiamo migliorato fortemente la precisione dei
migliori punteggi disponibili, riducendo le possibilità di una
diagnosi non corretta a un solo paziente ogni dieci”.
“Questo progetto – sottolinea Giovanni La Valle, direttore
generale della Città della Salute di Torino, di cui l’ospedale
Molinette è parte – testimonia la forte partnership tra
Università e Azienda ospedaliera, dove ricerca e assistenza si
integrano per assicurare ai pazienti la cura migliore”.
“Accogliamo con orgoglio – commenta il rettore
dell’Università di Torino, Stefano Geuna – la notizia di questo
successo straordinario, che testimonia ancora una volta il
valore della nostra ricerca”.
“L’intelligenza artificiale – aggiunge il rettore del
Politecnico torinese, Guido Saracco – rappresenta un tema chiave
dei prossimi anni, sul quale il nostro Ateneo può vantare
competenze riconosciute e risultati di estrema rilevanza”.
Fonte Ansa.it