Dalla terapia genica allo studio delle vescicole extracellulari come nuovi biomarcatori. Dalla correzione dei difetti della sintesi delle proteine al ruolo delle cellule gliali. Sono alcuni degli ambiti di ricerca sulla Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) dei 7 progetti vincitori del Bando lanciato dalla Fondazione AriSLA per il 2021 e finanziato con 874.950 euro. I nuovi progetti sono stati presentati nel corso dell’evento ‘ANSA Incontra’ dedicato alla Sclerosi laterale amiotrofica e trasmesso da ANSA.it.
L’incontro è stata anche l’occasione per fare un bilancio degli oltre 10 anni di attività della Fondazione AriSLA, che dal 2009 ad oggi ha promosso 14 bandi e investito in ricerca oltre 14 milioni di euro. In totale 92 i progetti finanziati, 141 i ricercatori sostenuti, a cui si aggiungono i 230 giovani ricercatori supportati con borse di studio e assegni di ricerca, e 277 pubblicazioni scientifiche dedicate ai
In Italia circa 6mila persone convivono con la Sla. Da un recente studio risulta che l’incidenza della malattia va da 1 a 3 casi ogni 100.000 abitanti e che ci sia una prevalenza da 4,9 a 10,5 su 100.000 abitanti.
La Sla, ha evidenziato il presidente di Fondazione AriSLA, Mario Melazzini, “è una malattia neurodegenerativa progressiva, altamente invalidante, complessa e complicata da spiegare”.
Melazzini ha però evidenziato come la ricerca in questo campo sia a un punto di svolta: “Potrebbero presto arrivare risposte per i malati. Probabilmente all’inizio solo per un piccolo gruppo di pazienti con forme di malattia legate a mutazioni specifiche. Saranno comunque risposte, ed ognuna di esse rappresenterà un traguardo atteso e straordinario”.
Dello stesso avviso Vincenzo Silani, direttore del Laboratorio di Neuroscienze dell’Irccs Auxologico, Centro Dino Ferrari, dell’Università degli Studi di Milano, che ha parlato del riconoscimento ottenuto nel tempo dai ricercatori italiani a livello internazionale. Silani ha citato anche un “lavoro planetario su 30 mila pazienti”, recentemente pubblicato su Nature Genetics, “a cui l’Italia ha dato un grandissimo contributo”, che “ha permesso di individuare 7 nuovi geni responsabili delle forme sporadiche di Sla” e che ha mostrato “l’espressione dei geni implicati in particolare nei motoneuroni glutammatergici, suggerendo che il processo neurodegenerativo nella Sla è originariamente a carico dalle cellule neuronali e non di quelle microgliali o astrocitarie”.
Tra i nuovi passi avanti nella lotta alla Sla anche la ricerca sul ruolo della neuroinfiammazione nella sua propagazione. A parlarne, ad ‘ANSA Incontra’, il Prof. Stanley Appel, direttore del Dipartimento di Neurologia dello Houston Methodist Hospital di Houston e membro dell’Advisory Board di AriSLA, che con il suo team ha condotto uno studio che mostra come i linfociti T regolatori siano in grado di “indurre un rallentamento della progressione della malattia, se vengono prelevati dal paziente e successivamente rinfusi, dopo averli ‘corretti’ ed espansi in laboratorio”. Sono in corso ulteriori studi, ma per Appel i segnali sono “positivi”. (ANSA).
Fonte Ansa.it