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Boldrini, un dovere raccontare la mia malattia e far conoscere i sarcomi

 “La mia esperienza personale è di questi mesi: da due mesi e mezzo ho fatto un’operazione, avevo un condrosarcoma al femore. Mi è stato tolto questo tumore tagliando 23 centimetri di femore. Al suo posto oggi c’è una protesi in titanio”. A parlare, in occasione della presentazione di una campagna di sensibilizzazione sui sarcomi, è la ex presidente della Camera e deputata Laura Boldrini.
    “Ho scoperto questa malattia per caso: avevo dolore dal gluteo all’inguine che arrivava alla coscia ma pensavo fosse il nervo sciatico – ha evidenziato -. Un’amica mi ha indotto a fare una visita da un ortopedico, che mi ha consigliato di fare una risonanza magnetica al bacino. Ne è emersa una massa. Il radiologo mi ha indirizzato a consultare uno specialista. Ho fatto una Total Body, la Pet. Improvvisamente, ho sperimentato in modo diretto l’esistenza di parole che avevo solo sentito nominare sui mezzi di informazione”. Con la diagnosi di tumore “si entra in un altro mondo”, aggiunge Boldrini. “È un percorso di conoscenza -sottolinea – anche di relazioni umane. Si vede cosa vuol dire avere ritmi medici impossibili e personale dedicato a restituire dignità alle persone. Si sperimenta anche la forza delle persone malate. E’ anche un percorso interiore, ci si relaziona con il dolore, la paura e l’incertezza. Un modo per fare i conti con se stessi”.
    “Sento il dovere – rileva ancora l’ex presidente della Camera – di non sottrarmi alla sensibilizzazione sui sarcomi, tumori rari, e anche a cercare di fare la mia parte, per quanto possibile, per contribuire a sbloccare la situazione della rete nazionale dei tumori rari, che ancora oggi non funziona appieno.
    Cercherò di dare una mano nell’ambito delle mie prerogative per riuscire a capire come sbloccarla. Quella europea mi dicono funzioni bene, quella italiana è bloccata per intoppi non ancora molto chiari che riguardano il Ministero della Salute e l’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ma anche i territori e le strutture stesse. Bisognerà capire come riuscire a facilitare questo percorso. È difficile arrivare a una diagnosi, è vero che oggi occorre muoversi per andarsi a fare curare altrove e trovare informazioni non è facile. Questo va superato: da parte mia l’impegno per cercare soluzioni a vantaggio di tutti e tutte”. 
   

Fonte Ansa.it

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