Lo scorso 15 marzo, in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, con l’assessore Lopalco e il direttore Rollo abbiamo fatto una promessa al Salento: fare del centro per i disturbi del comportamento alimentare un luogo dove prendersi cura dei pazienti dall’inizio alla fine del percorso. Un centro non più solo diurno ma residenziale, così da consentire anche la permanenza notturna.
Perché la terapia non dura un giorno e nemmeno un mese, a volte dura anni e questo comporta, tra le altre cose, costi in alcuni casi insostenibili per le famiglie.
Io li ho visti gli occhi di quei genitori, ho visto le loro ragazze e i loro ragazzi, talvolta persino le loro bambine e i loro bambini. Il senso di impotenza, la paura di non farcela, la difficoltà a riconoscere di avere un problema. Sono malattie subdole che ancora prima della cura del corpo richiedono la cura della mente, del cuore. Richiedono stabilità. E fa la differenza essere nella propria città piuttosto che in un luogo che costringe anche alla lontananza dagli affetti più cari.
Purtroppo i casi aumentano giorno dopo giorno e la pandemia ha solo peggiorato la situazione. I dati ci dicono che si registra un aumento del 30%, che quelli esistenti si sono aggravati, e che si è abbassata la fascia di età colpita: adesso ci sono anche bambini di 11 anni.
Come Istituzioni non potevamo stare a guardare, ecco perché ci siamo messi subito a lavoro. E ringrazio l’assessore Lopalco per l’impegno e la collaborazione dimostrata nell’accogliere la nostra richiesta. Un impegno ribadito anche oggi, in terza Commissione, annunciando che in attesa di una casa accogliente e definitiva all’ex Vito Fazzi di Lecce, il centro per i disturbi del comportamento alimentare potrà contare su 12-14 posti all’Ospedale di San Cesario di Lecce.
C’è bisogno di prossimità, e di visione. Centri come questo hanno bisogno di tutto il nostro sostegno, devono essere finanziati e inseriti all’interno di un sistema regionale capace di rispondere all’enorme bisogno. È questo è il progetto al quale stiamo lavorando insieme, Asl e Regione, e sono felice che questa visione sia condivisa anche dagli altri consiglieri, di maggioranza e opposizione, perché non c’è colore politico davanti al grido di aiuto delle nostre comunità, c’è solo da dare risposte concrete e veloci.
Un grazie di cuore alla dottoressa Caterina Renna e a tutti i medici e gli operatori sanitari che a quel centro hanno dedicato e dedicano la vita e tutte l’amore che possono. Perché su quell’amore e quelle competenze si regge il futuro dei nostri ragazzi.