(ANSA) – NAPOLI, 04 GIU – “Queste iniziative che tendono a
svilire la professione medica eseguita da professionisti seri,
vanno condannate perché foriere di un messaggio fuorviante che
assimila la medicina estetica ad un’attività commerciale e,
soprattutto, con rischi per la salute del cittadini”. Così, in
una nota, Francesco D’Andrea, direttore del Dipartimento di
Chirurgia Plastica ed Estetica del Policlinico Federico II di
Napoli e presidente SICPRE (Società Italiana di Chirurgia
Plastica, Ricostruttiva ed Estetica), oltre che direttore del
percorso chirurgico della Breast Unit della Federico II
denominato “Progetto Donna”, commenta sull’apertura, a Roma,
primo Botox Bar d’Italia, un bar in cui prendere un caffè e “rifarsi” con una fiala di botox o di acido ialuronico.
D’Andrea ha espresso il suo parere anche sul caso una neomamma
di 24 anni ridotta in fin di vita a causa di un intervento
estetico “al risparmio” effettuato in uno studio medico in
Turchia. La donna, fa sapere il comunicato, è stata trasportata
d’urgenza per una grave infezione post-operatoria all’ospedale
San Gerardo di Monza, dove ora è ricoverata in terapia
intensiva.
“Il risultato finale di un intervento chirurgico – spiega – non
può essere focalizzato al solo atto operatorio, ma è legato ad
un arco temporale molto più ampio che va dalla visita con
valutazione clinica e programmazione dell’intervento stesso, con
la dovuta spiegazione dei rischi e dei benefici della procedura
proposta, fino ai controlli postoperatori che servono per
verificare che tutto proceda in maniera regolare, consentendo di
intervenire tempestivamente in caso di complicanze, cosa
impossibile quando si è a migliaia di chilometri di distanza.
Tutto questo non può essere garantito in una sola settimana di
cui alcuni giorni dedicati al turismo”. (ANSA).
Fonte Ansa.it