(ANSA) – ROMA, 25 SET – Il coronavirus ha creato
un’epidemia di solitudine: sensazioni di abbandono, mancanza di
compagnia, emarginazione sono state al fianco di oltre una
persona su 4 durante il lockdown resosi necessario la scorsa
primavera per rallentare l’avanzata del SARS-CoV-2, con
inevitabili riflessi sulla salute. È quanto emerso da
un’indagine appena resa nota sulla rivista PLOS ONE e condotta
da Jenny Groarke della Queen’s University di Belfast. L’indagine, che ha coinvolto praticamente 2000 individui di
18-87 anni, ha mostrato che i più vulnerabili al distanziamento
sociale sono risultati i giovani, le persone con disturbi
dell’umore come depressione, le persone con un matrimonio
fallito alle spalle. L’indagine ha mostrato che la percezione
della solitudine è stata elevata (su una scala di misura ad hoc
totalizzavano punteggi elevati) per il 26,6% degli intervistati
e che dal 49% al 70% del campione hanno riferito di sentirsi
isolati, abbandonati o privi di compagnia. Più protetti sono
risultati gli individui con un consorte e coloro che convivevano
con altri adulti nell’abitazione. Dati gli effetti deleteri
che la solitudine può avere sulla salute psicofisica di un
individuo, concludono gli autori, andrebbe prestata particolare
attenzione alle categorie più fragili, come i divorziati o i
pazienti con disturbi depressivi, specie in questa nuova fase di
difficoltà nella gestione della pandemia che sta richiedendo
giorno dopo giorno misure di contrasto fondate sul
distanziamento sociale in diversi paesi. (ANSA).
Fonte Ansa.it