In Italia permangono disparità d’accesso all’interruzione di gravidanza a livello locale e regionale e i dati forniti dal governo non dimostrano che il personale medico specializzato nel fornire il servizio sia sufficiente. Inoltre il governo deve dimostrare che i medici non obiettori non sono discriminati rispetto agli obiettori per quanto riguarda le condizioni di lavoro e le prospettive di carriera. È la conclusione a cui è giunto il comitato della carta sociale europea, organo del Consiglio d’Europa, dopo aver valutato le misure prese dall’Italia per risolvere le violazioni rilevate nel 2013 e nel 2015.
Fonte Ansa.it