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Coronavirus: compie un anno la prima mappa genetica

(ANSA) – ROMA, 11 GEN – L’11 gennaio 2020 la Cina depositava
la prima mappa genetica del virus responsabile della seconda
pandemia del secolo. Oggi sono più di 300.000 le sequenze del
virus SarsCoV2 depositate nelle banche dati internazionali e
liberamente accessibili e grazie ad esse è possibile monitorare
le mutazioni del virus e progettare i vaccini.
    L’analisi delle sequenze, per esempio, ha permesso anche di
indentificare le due varianti del virus SarsCoV-2 al momento più
diffuse in Italia: si chiamano 20A.EU1 e 20A.EU2, sono comparse
in estate in Spagna e sono arrivate nel nostro Paese in autunno,
probabilmente dopo la riapertura delle frontiere avvenuta in
estate.
    Una terza variante, la cosiddetta variante inglese (indicata
con le sigle 20B/501Y.V1 o B.1.1.7), è per adesso meno diffusa
e, alla luce dei dati più recenti, sembra circolare soprattutto
in Campania e in Abruzzo. E’ quanto emerge dalle ricerche
condotte dal centro di biotecnologie avanzate Ceinge di Napoli.
    “Il nostro obiettivo è identificare le varianti che si stanno
diffondendo più velocemente e che potrebbero diventare dominanti
nel prossimo futuro”, dice all’ANSA l’esperto di Bioinformatica
dei Ceinge, Angelo Boccia. In Italia sono state ottenute circa
1.300 sequenze del virus dall’inizio della pandemia; in Gran
Bretagna ne sono state invece ottenute diverse decine di
migliaia grazie all’istituzione di un consorzio dedicato a
questo obiettivo. “In Italia e in altri Paesi questo non è stato
purtroppo ancora possibile, ma – osserva l’esperto – aiuterebbe
molto la sorveglianza genetica”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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