(ANSA) – ROMA, 08 NOV – Dall’inizio del primo lockdown, da
marzo del 2020 a oggi, si sono ridotte di almeno il 50% le
visite endocrinologiche, con punte fino al 70% in alcune
regioni. A lanciare l’allarme per questa che può essere
considerata una conseguenza indiretta della pandemia è l’Ame,
l’Associazione medici endocrinologi, che si riunirà in Congresso
per celebrare i suoi primi 20 anni di attività dall’11 al 14
novembre a Trieste.
“Al fine di assicurare il contenimento della diffusione del
Covid-19, sono state sospese visite mediche ed attività ritenute
non urgenti, ma sicuramente non meno importanti, quali quelle
riguardanti l’obesità, i tumori benigni dell’ipofisi o la
sindrome di Cushing, per citarne solo alcune. Malattie della
tiroide, obesità, diabete e infertilità sono epidemie di lungo
corso nel nostro Paese e temporaneamente dimenticate, è
importante intervenire tempestivamente”, dice Franco Grimaldi,
presidente Ame.
Le malattie endocrine, nel loro complesso, sono molto frequenti.
Solo le patologie che coinvolgono la tiroide riguardano oltre il
5% della popolazione, un dato analogo ad un’altra patologia
diffusa, il diabete e le percentuali rischiano di aumentare nel
medio e lungo periodo, avvertono gli esperti. “Mai come in
questo momento è importante ricordare che l’endocrinologia
svolge un ruolo fondamentale per migliorare la salute dei
cittadini – aggiunge Enrico Papini, fondatore dell’Ame insieme a
Grimaldi – Basti pensare che molte delle patologie più gravi
appartengono a questo ambito medico. È evidente che il ruolo
dell’endocrinologo deve diventare centrale per la ripartenza
post pandemia che guarda al prossimo futuro in salute. Inoltre,
l’endocrinologia italiana è riconosciuta di grande valore a
livello mondiale, in particolare per l’ecografia e la cura delle
patologie tiroidee, può quindi assumere un ruolo guida in questo
processo di rinascita”. (ANSA).
Fonte Ansa.it