Non solo tosse, febbre, bronchite o polmonite. Il Covid 19 ha anche altre strade attraverso cui manifestarsi: per esempio la pelle, con apparenti “banali” alterazioni cutanee. Uno studio tutto italiano, condotto con il supporto della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) e pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology, ne ha individuate 6 che possono essere una manifestazione del Coronavirus associata a diversi stadi della malattia.
“Lo studio – afferma Ketty Peris, presidente SIDeMaST – conferma che la cute può essere spia di una infezione da Sars-CoV-2. Per questo è fondamentale controllare ancora di più la nostra pelle”. Coordinatore della ricerca è Angelo Valerio Marzano, direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università degli Studi di Milano. I 6 fenotipi cutanei individuati e che possono essere correlati a COVID-19 sono: un quadro clinico simile all’orticaria, un’eruzione morbilliforme sia agli arti che al tronco, una reazione cutanea tipo varicella, presenza di lesioni tipo geloni, vasculite, con un colorito rosso vinoso e possibile formazione di ulcere sugli arti inferiori.
Lo studio è stato condotto su 200 pazienti in tutta Italia. “La durata media delle manifestazioni cutanee osservata – afferma Marzano – è stata di 12 giorni; quella dei geloni era di 22 giorni. Inoltre, abbiamo rilevato che i geloni erano il sintomo prevalente tra i giovani ed erano associati ad una manifestazione quasi sempre asintomatica del virus, mentre tutti gli altri fenotipi erano collegati ad una forma più o meno severa”. “A questo proposito – prosegue Marzano -, due importanti lavori internazionali avevano dato come assunto il fatto che le lesioni della pelle più gravi fossero correlate ad una forma più grave di Coronavirus. Una corrispondenza che invece, in base ai nostri studi, non esiste: non c’è correlazione diretta tra gravità della manifestazione cutanea e quella della malattia da Sars-CoV-2. Piuttosto, una correlazione esiste tra aumento dell’età e aumento della gravità della malattia”. Per l’esperto bisogna quindi prestare particolare attenzione a segnali precisi che compaiono sulla pelle: sono tutte spie che devono indurci a fare un tampone.
Fonte Ansa.it