(ANSA) – TRENTO, 07 LUG – “In Cina, un focolaio trascurato
può trasformarsi in una grave epidemia diffusa di Covid-19 anche
a campagna vaccinale avviata”. Queste parole, apparentemente
lapidarie, sintetizzano bene il cuore dello studio che la
rivista Nature Human Behaviour ha pubblicato lo scorso 22
giugno, e che affronta la recente escalation dei focolai locali
di Covid-19 in Cina. L’articolo, che annovera tra gli autori
Valentina Marziano, è il risultato di una stretta collaborazione
tra il Centro Health Emergencies della Fondazione Bruno Kessler
di Trento, l’Università Fudan (Cina) e l’Università dell’Indiana
(Usa) che sottolinea la necessità di mantenere in vigore un
certo livello di interventi non-farmaceutici anche a campagna di
vaccinazione avviata. Questi interventi – precisa una nota di
Fbk – spaziano dal controllo dei casi importati, il
distanziamento sociale, l’uso di mascherine, l’isolamento dei
casi, nonché l’eventuale chiusura delle scuole.
Da dicembre 2020, la Cina ha concesso l’approvazione
condizionata a sette vaccini contro il Covid. Al 1/o giugno
2021, nel Paese sono state somministrate 681,9 milioni di dosi
di vaccini ad un ritmo sempre più sostenuto, che ha raggiunto
una media giornaliera di 6 milioni di dosi di vaccino tra marzo
e giugno 2021 (circa 4 dosi per 1000 individui). A fine giugno,
il 40% della popolazione Cinese, circa 1,4 miliardi, è già stato
vaccinato. “Tale copertura”, avvertono i ricercatori, “è ancora
estremamente bassa, e quindi la Cina rimane altamente
vulnerabile alle importazioni di Sars-Cov-2 che hanno ancora il
potenziale di generare focolai, come già verificatosi fino ad
ora nel 2021.” (ANSA).
Fonte Ansa.it