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Covid: in futuro diagnosi grazie a smartwatch

(ANSA) – ROMA, 15 MAR – Una volta erano semplicemente ‘contapassi’, usati più che altro per verificare se si faceva
abbastanza esercizio, ma ora smartwatch e ‘fitness trackers’
raccolgono una quantità tale di dati da poter essere usati
addirittura per fare diagnosi di Covid prima che si manifestino
i sintomi. Diversi studi in questo senso, racconta la rivista
Ieee Spectrum, stanno cercando algoritmi in grado di sfruttare
il monitoraggio continuo di parametri come il battito cardiaco,
l’attività fisica, e negli ultimi modelli anche l’ossigenazione
del sangue.
    Fra i primi a sviluppare un sistema predittivo ci sono stati
i ricercatori dello Scripps Research, che hanno sviluppato una
app chiamata MyDataHelps come parte di uno studio che monitora i
cambiamenti nel sonno, nel livello di attività e nel ritmo
cardiaco. Anche Fitbit, che produce uno dei fitness più usati,
sta mettendo a punto un algoritmo che rileva il Covid-19 prima
della comparsa dei sintomi. L’università di Stanford invece ha
sviluppato un sistema di alert che funziona con qualsiasi
dispositivo indossabile. L’algoritmo registra variazioni ‘sospette’ dei parametri, e lancia un avviso che può essere ‘giallo’ o ‘rosso’ all’utente.
    “Questo tipo di sistemi può ridurre la trasmissione del virus
– afferma Michael Snyder, a capo del progetto, che ha già
prodotto uno studio pubblicato da Nature Biomedical Engineering
-. Nel 70% dei casi riesce a indicare un’infezione prima dei
metodi tradizionali”.
    Alla base di questo e altri progetti, come uno allo studio da
parte della Duke University, si basano sull’osservazione che le
infiammazioni, come quelle provocate dall’infezione, si
riflettono prima di tutto su alcuni parametri del corpo. In caso
di problemi respiratori ad esempio il ritmo cardiaco accelera.
    Più che un sistema che da solo fa la diagnosi, difficile da
validare, spiega Jessylin Dunn della Duke University, è
possibile ottenere un ‘segnale d’allarme’ che può aiutare il
medico nel formulare una diagnosi. I benefici potrebbero andare
oltre il Covid, spiega l’esperta. “Quello che stiamo imparando
dal Covid usando questi dispositivi indossabili si potrà
tradurre in futuro in un impatto su altre condizioni e
patologie. L’importante è raccogliere molti dati su persone che
hanno determinate patologie, che possono farci distinguere ad
esempio tra diabete e malattie respiratorie”. Anche in questo
caso c’è chi è già al lavoro. Il Mount Sinai Health System ad
esempio sta sviluppando un algoritmo che predice le
infiammazioni intestinali, dalla colite ulcerosa al morbo di
Crohn, sempre grazie ai dispositivi indossabili. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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