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Covid: le infezioni croniche possono agevolare le mutazioni

(ANSA) – ROMA, 10 FEB – Le mutazioni di Sars-CoV-2
(proprio come quelle che si stanno diffondendo nel mondo, con le
varianti inglese, brasiliana e sudafricana) potrebbero insorgere
in casi di infezione cronica, dove il trattamento per un periodo
prolungato può fornire al virus molte opportunità di evolvere.
    A dirlo sono gli studiosi dell’Università di Cambridge in un
articolo pubblicato su Nature. I ricercatori raccontano di
essere stati in grado di osservare la mutazione di Sars-Cov-2
nel caso di un paziente immunocompromesso che era stato trattato
con una terapia al plasma. In particolare, hanno visto
l’emergere di una mutazione chiave vista nella nuova variante
inglese, anche se non sono in grado di poter dire se questa
stessa variante abbia avuto origine da questo stesso paziente
studiato.
    Utilizzando una versione sintetica della proteina Spike del
virus creata in laboratorio, il team ha dimostrato che modifiche
specifiche al suo codice genetico (con la mutazione osservata
nella variante britannica) rendevano il virus due volte più
infettivo rispetto al ceppo più comune.
    L’uomo su cui il virus è mutato era un settantenne a cui era
stato precedentemente diagnosticato un linfoma a cellule B
marginali e che aveva recentemente avuto un trattamento
chemioterapico. Dunque, aveva il sistema immunitario gravemente
compromesso. Dopo il ricovero, al paziente sono stati forniti
numerosi trattamenti, tra cui il farmaco antivirale remdesivir e
una terapia al plasma, con anticorpi prelevati dal sangue di un
paziente che aveva eliminato con successo il virus dal proprio
organismo. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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