(ANSA) – ROMA, 22 DIC – Anche di fronte a una variante di
SARS-CoV-2 in grado di eludere gli anticorpi sviluppati grazie
alla vaccinazione o a un’infezione precedente, esiste una
seconda linea di difesa rappresentata dai linfociti T che è
ancora in grado di combattere il virus e prevenire le
manifestazioni gravi di Covid. Uno studio condotto da
ricercatori dell’University of Cape Town e pubblicato su Science
Translational Medicine ha confermato l’efficacia dell’immunità
cosiddetta cellula-mediata di fronte a varianti particolarmente
evasive.
Lo studio si è concentrato sulla variante Beta, comparsa in
SudAfrica nell’ottobre del 2020 e responsabile di oltre il 95%
delle infezioni verificatesi nel Paese. L’attenzione su Beta non
è casuale: “Analisi comparative delle varianti di SARS-CoV-2
hanno dimostrato che Beta è la più refrattaria alla
neutralizzazione tra tutte le varianti emerse fino ad oggi,
anche se le prime indicazioni sono che Omicron comporterà una
maggiore evasione dalla neutralizzazione”, scrivono i
ricercatori. Nonostante ciò nelle persone vaccinate si è
osservata una forte protezione contro le manifestazioni gravi di
Covid-19 dopo un’infezione con variante Beta.
Il merito, suggerisce lo studio, potrebbe essere proprio
della risposta immunitaria data dai linfociti T. I test in
laboratorio hanno mostrato che l’infezione con Beta “si traduce
in robuste risposte delle cellule T, paragonabili alle risposte
suscitate dai ceppi ancestrali”, spiegano i ricercatori. È vero
che una parte dei linfociti T CD4 non riesce a riconoscere
alcune parti della proteina Spike a causa delle mutazioni
eccessive, tuttavia ciò non si traduce in una perdita
significativa dell’efficacia della risposta.
Anche se i ricercatori esprimono un cauto ottimismo, allo
stato attuale non è possibile dire se l’efficacia protettiva dei
linfociti T osservata con la variante Beta sarà confermata anche
con la Omicron. (ANSA).
Fonte Ansa.it