(ANSA) – ROMA, 03 MAR – Una nanoparticella a base di carbonio
per modificare le condizioni di replicazione del coronavirus,
mandandolo in tilt. E’ l’intuizione degli esperti del
Laboratorio di Scienza dei Materiali e Nanotecnologie
dell’Università di Sassari, con la partnership di Porto Conte
Ricerche e di Sardegna Ricerche, che come riporta La Nuova
Sardegna, hanno osservato che sul vetrino in laboratorio è stato
possibile bloccare il virus.
“Siamo al ‘modello zero’. Ad una fase embrionale – spiega il
professor Plinio Innocenzi al quotidiano -. Prima di poter
affermare di aver trovato la cura per arginare l’avanzata del
Covid, la strada è ancora lunghissima. Abbiamo una eccellente
base di partenza, questo sì – aggiunge -. Possiamo dire che, in
condizioni ottimali, all’interno di un laboratorio, dove tutto è
perfetto, con l’esclusione di ogni variabile, il nostro
esperimento ha sempre funzionato. Cioè ha bloccato sempre il
coronavirus e non ha danneggiato le altre cellule. Ha dimostrato
un’azione antivirale senza risultare tossico”. Il prossimo passo
è brevettare l’invenzione. Poi ci sarà la pubblicazione e
occorreranno risorse per verificare l’efficacia della
nanoparticella di carbonio anche al di fuori del laboratorio. Gli scienziati sassaresi sono arrivati a questi risultati in un
anno: “Non appena è iniziata la pandemia – racconta Innocenzi –
il laboratorio si è messo all’opera. Il nostro ambito sono i
nanomateriali, e abbiamo sempre pensato che avessero delle
proprietà antivirali. Il progetto “Nano 4 Covid” nasce da questa
intuizione, e il salto di qualità c’è stato quando la Regione e
Porto Conte Ricerche hanno puntato su di noi ed è nata questa
sinergia”. (ANSA).
Fonte Ansa.it