(ANSA) – ROMA, 11 NOV – Gli incubi potranno diventare
ancor più brutti in questa seconda ondata della pandemia di
Covid-19. A dirlo, a margine dell’incontro “Sonno è Salute”
promosso da Fidia e realizzato nell’ambito del Global Health
Festival, è Antonino Minervino, presidente della Simp, la
Società italiana di medicina psicosomatica.
“La situazione è solo in parte paragonabile al lockdown.
Tutte le ricerche che erano state condotte sul sonno sono
avvenute online attraverso un questionario e hanno dimostrato
quanto proprio la qualità del sonno sia peggiorata – spiega
Minervino – La logica e l’esperienza clinica può indurre a
un’indicazione: il primo lockdown sembrava circoscritto e
avevamo un forte sentimento di comunanza. Oggi la situazione è
peggiorata in termini di incertezza e questo è un fattore
ansiogeno che sicuramente agirà nella qualità dei sogni”.
Minervino spiega come alla “negatività” che viene vissuta
durante il giorno, si aggiunge quella del sonno che “tende a
peggiorare” e che porta a una “qualità peggiore dell’attività
sognante”. Peggioreranno i sogni? Per Minervino “sicuramente non
tenderanno a diventare migliori”.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati alcuni lavori
di ricerca clinica svolti in Italia, tra cui uno pubblicato sul
Journal of Sleep Research dall’Università di Padova, che hanno
rilevato come soprattutto durante la quarantena l’orario di
addormentamento e di risveglio sia stato ritardato rispetto al
periodo pre-quarantena. E le modifiche dello stile di vita e del
ritmo sonno-veglia si sono tradotte in un aumento del tempo
trascorso a letto ma paradossalmente anche ad una qualità del
sonno percepita peggiorata. L’aumento dell’incidenza d’insonnia
o disturbi del ritmo sonno-veglia, in concomitanza con più
fattori di rischio quali distanziamento sociale, solitudine,
paura del contagio, lutti e crisi economica ha portato ad un
rischio quasi raddoppiato di sviluppare una sintomatologia
ansioso-depressiva nella popolazione italiana. (ANSA).
Fonte Ansa.it