(ANSA) – ROMA, 18 AGO – In una fetta di pazienti, alcuni
sintomi neurologici e psichiatrici di Covid-19 possono protrarsi
per oltre due anni dopo la guarigione. È il dato che emerge da
uno studio condotto da ricercatori della University of Oxford
pubblicato su Lancet Psychiatry.
“Sin dalle prime fasi della pandemia, è noto che Covid-19 è
associato ad un aumentato rischio di molte sequele neurologiche
e psichiatriche – scrivono i ricercatori – Tuttavia, a più di 2
anni dalla diagnosi del primo caso, tre importanti domande
rimangono senza risposta: innanzitutto, non sappiamo se o quando
i rischi di diversi esiti post-Covid-19 tornino al valore di
base; in secondo luogo, il profilo di rischio nelle diverse
fasce di età; terzo, se i profili di rischio sono cambiati o
meno con l’emergere di diverse varianti”.
A queste domande hanno cercato di rispondere i ricercatori
analizzando i dati di 1,25 milioni di pazienti. Dallo studio è
emerso che, tra gli adulti, 640 persone ogni 10mila aveva ancora ‘nebbia cerebrale’ dopo due anni dalla guarigione da Covid. Il
rischio era però più che doppio dopo i 65 anni: in tal caso
soffrivano di ‘nebbia cerebrale’ post-Covid 1.540 adulti ogni
10mila, di demenza 450 ogni 10mila, di disturbo psicotico 85.
Questi effetti a lungo termine – fanno presenti i ricercatori –
non erano assenti nelle infezioni respiratorie gravi dell’epoca
pre-pandemia, tuttavia con Covid i tassi risultano più alti.
I problemi neurologici e pischiatrici da long-Covid sono
risultati molto più rari nei bambini, ma non assenti: 260 su
10mila soffrivano ancora di convulsioni (il doppio rispetto al
gruppo di controllo), 18 di disturbi psicotici (rispetto a 6 del
gruppo d controllo).
Tra le varianti, lo studio conferma che Delta è stata più
severa per quasi tutti i sintomi a lungo termine rispetto ad
Alfa. Tuttavia, sotto questo aspetto, Omicron sembra presentare
le stesse caratteristiche di Delta nonostante le sue
caratteristiche cliniche più lievi. (ANSA).
Fonte Ansa.it