(ANSA) – ROMA, 19 NOV – Nel periodo della pandemia, la
donazione di gameti ha subito una ulteriore flessione del 15% in
tutto il Paese. Il risultato è che il 95% delle donazioni di
ovuli o sperma arriva dall’estero. La stima arriva dalla
Federazione Cecos Italia, che riunisce i Centri per lo studio e
la conservazione degli ovuli e degli spermatozoi umani, a
congresso in questi giorni a Palermo. Un dato, questo, che va ad
aggiungersi ad un contesto già critico in materia di donazione a
fini procreativi.
Nel nostro Paese, infatti, a fronte di una domanda in
continua crescita di coppie che desiderano avere un figlio e si
rivolgono alla fecondazione eterologa, l’offerta di ovuli o
sperma è quali inesistente, con il 95% dei gameti arriva dalle
banche straniere. Al punto che la Cecos fa un appello per
promuovere la cultura della donazione in Italia. “Donare è un
atto volontario e altruista, realizzato da una persona sana per
aiutare le coppie colpite da problemi di infertilità a
trasformare in realtà il loro sogno di diventare genitori –
afferma Adolfo Allegra, presidente Cecos – purtroppo, in Italia,
non soltanto manca una cultura della donazione, ma non essendo
permesso alcun rimborso alle donatrici, è pressoché nullo il
numero di donne che da noi sono disposte”. Tra i motivi della
flessione, le nuove norme anti Covid. “È importante
sottolineare che nuove, stringenti norme sono state messe in
atto anche nelle donatrici per la sicurezza delle coppie
riceventi”.
Da quando l’eterologa è legale in Italia, sono aumentate le
coppie che vi fanno ricorso, principalmente alla donazione di
ovociti. Nel 2015 i cicli di ovodonazione nel nostro paese sono
stati 1.308; nel 2018 sono stati 5.981. “Urgono donatori di
ovuli e sperma per far fronte alla richiesta crescente delle
coppie infertili in Italia”. Una richiesta, che fa eco
all’appello analogo lanciato dagli esperti in Francia da quando
è legge la possibilità per le coppie lesbiche e le donne single
di richiedere la fecondazione eterologa. (ANSA).
Fonte Ansa.it