avvocatoinprimafila il metodo apf

Covid:Sebastiani(Cnr),compensato rialzo ma serve altro stop

(ANSA) – ROMA, 24 GEN – “Siamo riusciti a compensare un
rialzo significativo” di contagi da Covid-19 in Italia, l’Rt è
sotto 1, ma i dati di questi giorni mostrano “che siamo in
frenata”. Questa l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani,
dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del
Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) secondo il quale va
fatta anche un’operazione “verità” sui calcoli dei positivi ai
tamponi molecolari e rapidi antigenici. Sono solo 10, infatti,
ad oggi, sottolinea Sebastiani, le Regioni e Province Autonome
che di fatto riportano i valori dei positivi separatamente per i
due tipi di test. “È auspicabile che tutte trasmettano i dati in
questo modo. Questo rende impossibile al momento il confronto
tra tutte le singole regioni-province autonome perchè hanno
valori molto diversi della percentuale dei test molecolari da
cui dipende il valore della percentuale cumulata fornita dai
media”.
    Guardando lo scenario attuale, secondo l’esperto, “sarebbe
necessario a breve prevedere un altro periodo di 10-14 giorni di ‘freddata rossa’ per abbassare l’incidenza. Un’azione simile –
spiega il matematico – a quella messa in campo per il periodo
delle vacanze di Natale, questo almeno in alcune regioni”.
    “Occorre ovviamente fare i conti con una serie di fattori che
riguardano la società intera ma bisogna capire che lo ‘stop and
go’ che di fatto siamo costretti a fare, come anche altri Stati,
avviene in ritardo mentre farlo prima costa meno alla fine,
anche in termini economici. Dobbiamo evitare di arrivare di
nuovo a far riprendere la velocità di contagi considerando anche
che con i ritardi della campagna vaccinale l’azione di
protezione delle categorie più fragili è molto rallentatata”.
    Non dimentichiamo che da trenta giorni l’incidenza dei decessi
oscilla attorno a un valor medio di 475 decessi al giorno.
    Un’azione adesso “significa anche consentire di riavvicinarci al
controllo con il tracciamento”. In particolare, analizzando la
curva media della percentuale dei positivi sui test molecolari
per le dieci Regioni-Province autonome che riportano i valori
dei
positivi separatamente per i due tipi di test, Bolzano,
Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia,
Piemonte, Puglia, Toscana e Trento, spiega Sebastiani “notiamo
da tre-cinque giorni segni iniziali di frenata della discesa dal
picco di dicembre-gennaio. Lo stesso succede per la maggiore
parte delle loro curve analizzate separatamente, come ad esempio
per la regione che ha un sesto circa della popolazione italiana,
la Lombardia”. “Ciò potrebbe essere dovuto ai primi effetti del
rilascio delle misure di contenimento di Natale-Epifania
avvenuto il 7 gennaio, attesi dopo 10-14 giorni. Per quasi tutte
queste regioni non ci sono altre cause evidenti, come ad esempio
la didattica in presenza per le scuole superiori, iniziata tra
queste solo in Toscana e Trento”, afferma ancora l’esperto del
Cnr.
    Il valore medio dal 15 al 22 gennaio della percentuale dei
positivi sui tamponi analizzati tramite test antigenici rapidi,
relativo alle dieci regioni-province autonome che riportano i
valori dei positivi separatamente per i due tipi di test, è
uguale a circa 1.7%. Invece, quello per i molecolari è 7.7% e
quello per entrambi i tipi assieme, diffuso dai media, è 5.5%.
    Quest’ultimo valore si può esprimere come media pesata dei primi
due, con pesi pari alle percentuali di test rapidi e molecolari
sul totale, rispettivamente pari a 37% e 63%. Se il valore della
percentuale dei test molecolari fosse più alto o più basso di
quello attuale, ci sposteremmo verso il valore di 7.7% o 1.7%
rispettivamente. “È quindi opportuno – conclude Sebastiani –
considerare la percentuale dei positivi sui solo test
molecolari, che permette anche di proseguire, senza soluzione di
continuità, il monitoraggio nel tempo della diffusione
dell’epidemia”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

Exit mobile version