Qualità del lavoro e attenzione al sociale, con una particolare cura di progetti in grado far vivere ai dipendenti sfide nuove legate al volontariato. L’azienda italiana Pqe (Pharma quality Europe), che si occupa di tecnologie e processi di qualità nella filiera delle scienze della vita (tra cui farmaci e strumentazioni sanitarie), nonostante la crisi causata dal Covid-19, si espande e rilancia: punta a 500 nuove assunzioni entro fine anno. In un’ANSA INCONTRA, trasmesso su ANSA.IT, è Gilda D’Incerti, amministratore delegato e fondatrice di Pqe Group, a illustrare la ricetta che in azienda stanno portando avanti.
La qualità è un aspetto centrale, sia per l’azienda sia per il cliente finale, specie in questo momento. “Eravamo da sempre abituati a lavorare da remoto: abbiamo trovato strumenti di intelligenza artificiale che permettessero lo smart working. Nel frattempo abbiamo affiancato le aziende”, spiega D’Incerti. L’impresa ha 1000 dipendenti e punta per il 2021 a nuove assunzioni. “Cinquecento persone in più nel 2021 sono per noi un punto di minimo, solo la punta dell’iceberg – aggiunge – Ciò dipenderà da come si evolverà il Covid e dai mercati per noi principali, l’Usa, l’area cinese e quella indiana”. L’amministratore delegato di Pqe group parla poi di differenze di genere e mercato del lavoro. Dice: “Una donna che ha una famiglia e un figlio ha fatto il master migliore che esista sulla Terra”. “Non c’è situazione formativa migliore che essere una manager e la sera decidere cosa dare da mangiare ai figli – spiega – Le donne sono straordinariamente capaci quanto a organizzazione e attività multitasking, ma ciò che mi dà fastidio è che poche sono ambiziose”.
La qualità del lavoro in azienda passa anche dalle sfide che possono presentarsi nella vita. Per questo Pqe ha invitato i suoi dipendenti a fare un contest con un viaggio premio di 10 giorni in Nepal. Oltre al trekking, i vincitori hanno svolto volontariato per una settimana in una scuola primaria di Kathmandu. E in piena pandemia ha avviato la Pqe Academy, con percorsi di formazione ad hoc per dare, come spiega D’Incerti, “quelle competenze che l’accademia tradizionale non favorisce”. Ma non manca l’interesse per la comunità: dal sostegno agli scavi archeologici a Santa Marinella, in Provincia di Roma, a un progetto per le malattie rare, in particolar modo per chi soffre di sindrome di Usher, malattia che “porta alla completa sordità e cecità”.
Fonte Ansa.it