(ANSA) – ROMA, 05 NOV – Arrivano da un nuovo studio delle
notizie confortanti per le persone con una malattia
infiammatoria cronica intestinale, come colite ulcerosa o morbo
di Crohn, che temono che i farmaci immunosoppressori che devono
assumere possano attenuare la loro risposta ai vaccini Covid: la
vaccinazione innesca una forte reazione immunitaria in questi
pazienti.
Per la ricerca, guidata dal Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, in California e pubblicata su Annals of Internal
Medicine, sono stati esaminati 854 campioni per la valutazione
degli anticorpi provenienti da 582 partecipanti, quasi equamente
divisi a metà nella somministrazione dei due vaccini a mRna
approvati. È emerso che la risposta anticorpale nei pazienti
differiva in una determinata fase dopo aver ricevuto la seconda
dose di vaccino Covid-19 e le differenze erano dovute al tipo di
farmaci immunosoppressivi che stavano assumendo.
Secondo il co-investigatore principale Dermot McGovern, “dopo
otto settimane, e’ stato notato livelli di anticorpi inferiori
nei pazienti che ricevevano terapie anti-Tnf (fattore di necrosi
tumorale) o corticosteroidi rispetto ai pazienti trattati con i
farmaci bloccanti della risposta immunitaria anti-integrin,
anti-IL12/23.” “Tuttavia – conclude – questi risultati dovrebbero comunque
rassicurare i pazienti con malattie infiammatorie croniche
intestinali e le milioni di persone che usano questi tipi di
farmaci immunosoppressivi: la risposta immediata ai vaccini mRna
è buona e alla pari di quella di pazienti con malattie
infiammatorie croniche intestinali che non stanno assumendo
alcuna terapia farmacologica. In ogni caso, i pazienti che
ricevono terapia anti-Tnf o corticosteroidi possono essere
quelli che hanno maggiori probabilità di beneficiare di una
terza dose del vaccino”.
Nel complesso, la risposta anticorpale dei pazienti alla
vaccinazione Covid era simile a quella delle persone con un
sistema immunitario sano. (ANSA).
Fonte Ansa.it