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Dopo 20 anni al via seconda Conferenza sulla salute mentale

“Non c’è salute senza salute mentale, e essa è condizione per lo sviluppo economico e sociale delle comunità”. Alla luce di questo principio sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e a 20 anni dalla prima Conferenza Nazionale del 2001, si è aperta la seconda Conferenza Nazionale per la Salute Mentale ‘Per una Salute Mentale di Comunità’. Promossa dal Ministero della Salute e tenuta in modalità streaming, è un’occasione di confronto sulle criticità da tempo esistenti ma anche di ripensare le politiche future alla luce delle vulnerabilità emerse nel corso della pandemia.

“Desidero rivolgere un sentito saluto alla seconda Conferenza nazionale della Salute mentale: offre l’occasione di riflettere sulle relative patologie. L’Italia è stata pioniera in tema ponendo le basi per il superamento di limiti e barriere nella tutela delle persone con malattie psichiche”. Inizia così il telegramma inviato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della Conferenza Nazionale. “La cura della malattia mentale – aggiunge – è sfida complessa e richiede che i più fragili siano seguiti e tutelati in conformità ai diritti costituzionali”.

Messaggio anche da Papa Francesco. Occorre “favorire il pieno superamento dello stigma con cui è stata spesso marchiata la malattia mentale – dice il Pontefice – e, in generale, di far prevalere la cultura della comunità sulla mentalità dello scarto, secondo cui si prestano cure e attenzioni maggiori a chi apporta vantaggi produttivi alla società, dimenticando che quanti soffrono fanno risplendere, nelle loro esistenze ferite, la bellezza insopprimibile della dignità umana”.

“Nei giorni scorsi il gabinetto del Ministero ha inviato alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome la bozza di accordo per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale”. Lo ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo alla Seconda Conferenza nazionale sulla Salute mentale, sottolineando che “si tratta di un provvedimento importante di grande valenza etica, che risponde a sollecitazioni ricevute da vari enti, tra cui il Comitato nazionale di bioetica”.

“Ci sono 71 persone in carcere ma dovrebbero essere ricoverate nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, stiamo prendendo provvedimenti urgentissimi perché questa situazione inaccettabile abbia una risposta, che è indifferibile. Nei nostri penitenziari ci sono persone che lì non dovrebbero stare. Chiedo alle Regioni uno sforzo per trovare una soluzione immediata almeno per queste 71 persone”. Così il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, alla Conferenza sulla salute mentale, che aggiunge: “dovremo mettere mano al funzionamento e alla gestione delle Rems con maggiore responsabilità da parte nostra”.

Il tema della salute mentale “è un bene prezioso che troppo spesso derubrichiamo. Il lavoro rappresenta per tutti un decisivo e potente elemento di inclusione sociale. Può contribuire a sanare ferite profonde, ma può purtroppo anche essere il luogo di un non riconoscimento, dove ci si può ammalare. Promuovere la salute mentale nel lavoro significa operare a favore della qualità dello sviluppo economico”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, nel suo intervento alla Conferenza.
   

Fonte Ansa.it

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