Qualcosa non va nella medicina che si pratica nel mondo occidentale, se da diversi studi si stima che le reazioni avverse fatali ai farmaci siano tra il quarto e il sesto posto come causa di morte.
Dopo decenni di ricerca sul cancro, la sola parola suscita ancora terrore; aumentano le malattie autoimmuni, le forme croniche degenerative e certi disturbi come cefalea, ansia e depressione restano spesso senza diagnosi, mentre lo stress, disturbo per cui la maggioranza delle persone va dal medico (50-75% dei casi), è un fattore di rischio più grave del fumo.
Da più parti si inizia a pensare che occorre cambiare punti di vista, abbandonare la ‘prigione’ mentale dell’EBM – Evidence based medicine – e aprirsi, anche nella medicina, alle logiche della complessità, a fronte di una medicina classica che insiste invece nell’avvalersi di un modello eziopatogenetico rigido, monodimensionale, improntato all’investigazione di una causa specifica che determini l’effetto sintomo /malattia e possibilmente di un rimedio altrettanto specifico che determini un effetto immediato.
Certamente la medicina moderna, con i farmaci salvavita e le tecniche operatorie, è una risorsa insostituibile per le emergenze-urgenze, ma questo approccio sembra essere arrivato al suo limite tanto quanto il mito tecnologico. Perfino la psicanalisi sta perdendo terreno: da anni gli occidentali sono tra gli acquirenti di antidepressivi più accaniti al mondo (Francia in testa con + 40% degli USA).
Su tali presupposti, grazie agli studi del medico ortopedico e psicologo Luigi Marcello Monsellato, nasce nel 1992 la medicina Omeosinergetica, ramo medico dell’Omeosinergia®, sulla scia di principi e valori della Medicina Complementare e Integrativa, una medicina che esce dalla visione riduzionistico-analitica per divenire realmente sistemica, integrata e umanistica.
Essa propone una medicina dell’ ’essere umano ecosistema con l’ambiente’, nel quale il corpo è espressione sensibile dell’anima (la psyché per James Hillmann) e della dimensione relazionale della persona (l’ambiente). Tutto è energia in movimento, come la malattia che rappresenta una trasformazione biochimica e biologica; una risposta di adattamento dell’organismo necessaria per disintossicare e drenare il sistema connettivale; una riattivazione del sistema immunitario; un metalinguaggio per conoscere la relazione che creiamo con gli altri ma anche con noi stessi. Noi siamo il palcoscenico di un teatro, dove di volta in volta attiriamo l’interprete più consono a rivelare le emozioni che proviamo, le tensioni, le contraddizioni in atto dentro di noi. La malattia può essere utile proprio per “scaricare” un malessere, per richiamare la nostra attenzione su noi stessi, per acquisire consapevolezza della nostra storia, realtà. Da questo punto di vista, la malattia è una benattia, uno strumento per adattarsi ai cambiamenti, una possibilità di riattivare il nostro metabolismo, un’opportunità di crescita. Omeosinergia® pertanto propone un modello olistico, sistemico e integrato di valutazione clinica e terapia, che interagisce con la complessità biologica, l’unicità neuropsichica e l’unitarietà energia-psiche-corpo dell’individuo.
Nel 2011, ad opera della naturopata Giovanna Pantaleo, l’Omeosinergia® si specializza come filosofia che indaga, osserva e descrive i meccanismi esistenziali della vita e come modello psico-pedagogico, con la finalità di insegnare al paziente a conoscersi, cambiando il proprio atteggiamento nei riguardi delle esperienze e del proprio modo di vivere le stesse, perché secondo l’Omeosinergia® non c’è guarigione senza autoconsapevolezza. Si parla dunque di Epigenetica Relazionale (Epi.Rel®), vale a dire lo studio della capacità di modificare l’espressione dei nostri geni, e conseguentemente i nostri metabolismi, le nostre abitudini, il nostro fenotipo tramite il nostro lifestyle alimentare, di attività fisica, ambientale, relazionale. Così, il modello Omeosinergetico di intervento terapeutico diventa uno strumento potenziale per dialogare con l’intero genoma inteso come software rispetto al DNA che è l’hardware di ciascun fenotipo umano.
Oggi l’associazione OMEOS a carattere culturale, senza fini di lucro, si prefigge la divulgazione e la diffusione dei principi dell’Omeosinergia®, insieme Medicina e Filosofia, tramite corsi, conferenze divulgative gratuite e vari strumenti di comunicazione: il Buona Vita Magazine e i Social Media.
Il termine Omeosinergia (dal greco omeos/ simile, sin/con, ergheia/energia) è coniato per la prima volta sempre dal medico ortopedico e psicologo Luigi Marcello Monsellato, che nei primi anni ’90 cercava di superare la visione più organicistica e meccanicistica dell’omotossicologia, per definire una nuova visione della malattia in cui si concepisca il sintomo come fattore di cui occorre capire funzione e senso, sulla base del presupposto che tutto in natura è perfetto e tende alla vita. La morte stessa non è abbandonare la vita, ma viverla e goderla a un livello più alto.
‘Omeos’ – simile – indica che per l’Omeosinergia® è importante lo stare con gli altri in quanto l’altro diventa uno strumento per potersi conoscere e quindi anche accettare; il suffisso ‘sin’ indica l’unione, perché facciamo parte di un disegno globale di perfezione; l’energia è quella primordiale, vibrante, cioè la matrice di quel vasto nulla (ogni atomo è spazio vuoto al 99,9999%) di cui gli esseri viventi non sono che l’espressione fisico-biologica. In medicina dunque indagare l’esperienza sensibile, la materia (costituita da pura energia), non è sufficiente: occorre considerare i fenomeni energetici, frequenziali-vibrazionali, elettromagnetici, relazionali, l’invisibile insomma, tutto ciò che dell’essere umano si definisce come “spirituale”.
E la malattia in realtà è una reazione immunitaria biologicamente adeguata.
I sintomi sono l’espressione di un rifiuto inconsapevole di ciò che viviamo in noi stessi o nella relazione con gli altri. La malattia ci fa capire che siamo in stasi e quindi viene per incentivare la nostra vitalità, la nostra capacità di comprendere il senso dell’esperienza. L’omeoskintest è uno strumento di arricchimento della valutazione clinica che non rivela una patologia, ma come siamo caratterialmente, la nostra personalità e il linguaggio profondo del nostro sistema nervoso autonomo, che si esprime mediante le emozioni e l’inconscio.
Esiste nell’essere umano una trinità: la psiche, il cervello e il corpo e l’Omeosinergia® non considera il corpo come pura materia sterile e immobile, senza Energia e senza Anima; si discosta dagli obiettivi della medicina che mira all’’istant satisfation’ per inseguire un ingannevole e transitorio appagamento consumistico del desiderio di benessere. Certe sofferenze sono invece contemplate dall’organismo per un buon funzionamento globale.
In tale prospettiva, i fenomeni infiammatori non si contrastano con l’abuso di antibiotici, antinfiammatori, cortisonici; l’infiammazione è interpretata quale processo unico, archetipico, ancestrale, costante, che l’organismo ha in dotazione per portare avanti il suo compito metabolico e quindi anche per tutelare l’organismo. Non è il farmaco a farci star meglio, ma il nostro progetto anemico che risveglia la forza rinnovatrice che è in noi, che si manifesta appunto attraverso i sintomi e la malattia; i sintomi sono fatti della stessa sostanza e della stessa chimica dei nostri sentimenti, dei nostri sogni, delle nostre emozioni. Combattendo un sintomo, combattiamo anche un po’ quella che è la nostra realtà biologica e rimandiamo la soluzione del conflitto-rifiuto. L’interesse va spostato dalla sofferenza alle risorse innate, che ci possono guarire, che sono frutto di un progetto evolutivo che ha migliaia di anni.
L’Omeosinergia® muove dunque una vera rivoluzione nel “mondo della salute” con l’obiettivo di guidare l’individuo a prendere in mano la propria vita, vedendosi nella sua interezza e completezza per una guarigione che è appannaggio non del terapeuta, ma del paziente stesso.
Presidente onorario dell’OMEOS è il Dott. Marcello Monsellato, mentre il Presidente in carica è Simona Fantini.
L’associazione si rivolge in particolare ai professionisti della salute e a coloro che lo vogliono diventare. Alla specializzazione delle figure già abilitate al servizio di cura della persona (medici, farmacisti, psicologi,
infermieri, fisioterapisti, osteopati, biologi nutrizionisti, naturopati) è dedicata una Accademia che propone seminari di approfondimento ed esperienziali sui principali temi della Medicina e della Filosofia Omeosinergetica: il rapporto di coppia, il rapporto genitori e figli, l’Energia Primordiale e la Vita (i sette centri energetici e la kundalini), il linguaggio degli organi e dei sintomi.
Al 31 dicembre 2022 sono circa 1000 gli aderenti all’associazione OMEOS, con 30 trainer Omeosinergetici, 15 medici Omeosinergetici e circa 400 medici simpatizzanti l’Omeosinergia.
Commenta il prof. Monsellato: “Per spiegare il concetto di fondo dell’Omeosinergia uso una metafora: nell’automobile spesso si accende la spia rossa. Bene, si è visto che il 95% degli interventi terapeutici, tradizionali o alternativi, si fermano alle spie rosse. Poi c’è un 3/4% che va anche per fortuna a verificare il motore. Quasi nessuno va all’autista. Noi ci concentriamo sull’autista. La nostra posizione è molto chiara: siamo per una medicina integrata, non per una medicina selettiva o alternativa. La medicina dell’emergenza ha bisogno dei farmaci dell’emergenza, di sintesi; quella tradizionale, ambulatoriale invece, che riguarda il 97/98% dei casi, va affrontata con apertura all’innovazione, con una ‘medicina potenziativa’ che tenda al miglioramento del rapporto psicofisico con l’ambiente esterno, secondo anche l’art.76 del nuovo Codice di Deontologia Medica. La malattia viene per chiamarci alla nostra vera natura di realtà spirituale calata in un corpo e i sintomi incarnano il nostro rifiuto (di noi stessi o dell’esperienza), posizionandosi nell’organo che più “vibra” con l’emozione che vi sta dietro, l’organo che simbolicamente interpreta quel vissuto.
Il sintomo ci correla con un organo, l’organo ci collega con l’emozione e il comportamento conformi, il comportamento mette in rilievo la relazione che creiamo con gli altri ed infine la relazione ci riporta al nostro modo di vedere la realtà, a noi, esseri unici e irripetibili. Ogni malessere è prodigo di risorse da utilizzare per rilanciare l’originalità che ci appartiene.
In questa chiave non stiamo meglio solo perché abbiamo assunto il farmaco adatto, quanto piuttosto perché il nostro “progetto animico” ha ridestato quella forza rinnovatrice che è biologicamente rappresentata dalla malattia. Realizziamo la nostra tela solo se ci consentiamo di essere ciò che siamo, solo quando sperimentiamo la nostra verità”.