(ANSA) – ROMA, 10 SET – Sono 210 i centri riconosciuti dalle
Regioni per l’uso e la cura dell’emicrania con anticorpi
monoclonali ma di questi solo 70 sono effettivamente operativi.
“Se riuscissimo a erogare meglio i farmaci e far sì che i centri
riconosciuti riuscissero ad operare faremmo un passo avanti per
i pazienti”.
L’occasione per fare il punto sul controllo sanitario di
questa malattia che colpisce oltre 9 milioni di persone in
Italia, con un forte impatto sulla vita personale, lavorativa,
sociale ed economica, è stato il Forum ‘Prevenzione Emicrania:
Dove Siamo’, organizzato a Roma, da Paolo Martelletti,
professore di Medicina Interna de La Sapienza (la registrazione
sul sito della Fondazione italiana studio cefalee).
A discuterne alcuni tra i maggiori esperti italiani di questa
patologia, Maria Adele Giamberardino (Università Gabriele
d’Annunzio Chieti-Pescara), Francesco Pierelli (Sapienza
Università di Roma), Simona Sacco Università de L’Aquila),
Matilde Leonardi (Istituto neurologico nazionale Carlo Besta di
Milano), Cristiano Maria De Marco (Ospedale Universitario
Sant’Andrea, Roma).
Esperti che non hanno dubbi su questa classe di farmaci che
hanno rivoluzionato, per chi è idoneo alla cura, la storia della
malattia: non più tante pillole al giorno ma un’iniezione
sottocutanea ogni 28 giorni, e un effetto ‘elicottero’, cioè un
miglioramento pressoché immediato, che si osserva in quasi il
90% di chi è in terapia. Purtroppo in Italia gli anticorpi
monoclonali contro l’emicrania non sono accessibili in modo
uniforme a tutti e questo porta a una “ingiusta” migrazione dei
pazienti – è stato sottolineato durante il Forum – per avere
accesso alle cure innovative. Altro punto importante sono i
medici di base dove è necessario, proprio in funzione di queste
cure innovative “creare una cultura sulla patologia”.
“L’anticorpo monoclonale – spiega Martelletti – va a ridurre
di numero, la frequenza e l’intensità degli attacchi. Alcuni
hanno definito questa classe farmacologica miracolistica. È
creata su un meccanismo specifico nuovo. Fino ad ora l’emicrania
si era avvantaggiata di farmaci trasferiti, non specifici per
questa patologia. Ma l’Aifa, nell’autorizzare queste molecole,
ha dato piattaforme specifiche da rispettare. Le Regioni, che
sono la mano operativa, hanno riconosciuto sul piano nazionale
210 centri che hanno la capacità operativa di curare i pazienti
prescrivendo questi farmaci. Di questi 210 centri, ne sono
operativi 70”. Da qui l’appello degli esperti a migliorare
l’approccio delle Regioni in funzione dell’operatività dei
centri erogatori.
E si guarda già al futuro per aprire questi farmaci anche a
beneficio degli under 18.
Il prossimo appuntamento è per il 28 settembre con il Forum
dal titolo: ‘Trattamento acuto dell’emicrania: dove andiamo’,
che si terrà alle 15.00 nell’Aula Multimediale del Palazzo del
Rettorato della Università Sapienza. Sarà possibile seguire in
presenza (numeri contingentati di presenze e assolvimento delle
norme anti-Covid) o in streaming. (ANSA).
Fonte Ansa.it