(ANSA) – ROMA, 08 FEB – Dalla stanchezza cronica alla
difficoltà di respiro, passando per eruzioni cutanee e caduta di
capelli: la complessità dei sintomi del cosiddetto Long Covid
che persistono anche dopo la guarigione dall’infezione,
richiedono un approccio di cura a 360 gradi e studi su larga
scala “per evitare anni di lotta per chi ne soffre”. A tracciare
un quadro di come approcciarsi al crescente numero di persone
che, pur se guarite dall’infezione da Sars-Cov-2 ne portano
ancora i segni, è un editoriale pubblicato sulla rivista Lancet
Infectious Diseases.
La riflessione è il frutto del Long Covid Forum, un forum
internazionale tenutosi dal 9 al 10 dicembre 2020, che ha messo
a confronto pazienti, clinici e ricercatori, esperti di salute
pubblica e responsabili politici.
L’evento, che ha visto l’introduzione del direttore
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Tedros Adhanom
Ghebreyesus e la partecipazione del gruppo di pazienti Long
Covid Support, si è incentrato su tre parole d’ordine:
riconoscimento, ricerca e riabilitazione. Il confronto di tante
voci diverse ha permesso di descrivere “una condizione complessa
e sfaccettata che coinvolge una serie di sintomi fisici,
cognitivi e psicologici, che colpisce adulti e bambini in
contesti diversi, con implicazioni professionali, economiche e
sociali”. Tale complessità, è la conclusione degli autori
dell’articolo, “richiede un approccio multidisciplinare e
coordinato a livello globale che supporti studi armonizzati su
larga scala che hanno il potere di fornire prove solide per
informare le politiche e l’assistenza e il supporto centrati sul
paziente per migliorare i sintomi del Covid a lungo termine”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it