Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo insieme per la ricerca scientifica: è partito un bando per finanziare progetti su aspetti sconosciuti o ancora poco compresi delle malattie rare. Per la prima volta le due fondazioni, si legge in una nota congiunta, uniscono risorse e competenze in un’iniziativa che promuove lo studio di aspetti genetici e meccanismi molecolari mai studiati finora ma potenzialmente utili per allargare le conoscenze e favorire lo sviluppo di nuove terapie per queste malattie.
Dall’analisi della letteratura scientifica emerge come ricercatori e agenzie di finanziamento tendano a concentrare gli studi solo su una porzione limitata del nostro patrimonio genetico. Esistono però anche regioni del DNA meno studiate o che non codificano per proteine o set di geni, con relativi RNA e proteine, dalla funzione ancora sconosciuta che potrebbero avere un ruolo importante, sia dal punto di vista fisiologico che patologico.
È su queste premesse che Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo hanno unito le forze ed avviato un bando congiunto, per stimolare i ricercatori a concentrarsi su questi aspetti ancora poco noti ma dal grande potenziale. Sono ammessi sia progetti presentati da una singola organizzazione, sia progetti in partenariato, con un budget massimo di 250mila euro a progetto. Le organizzazioni, capofila e partner, dovranno essere enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati.
“Attraverso questo bando, aperto in collaborazione e piena sinergia con Fondazione Cariplo – ha dichiarato Francesca Pasinelli, direttore generale di Fondazione Telethon – vogliamo infondere linfa nuova alla ricerca scientifica di eccellenza sostenendo progetti che possano aumentare le conoscenze rispetto a geni associati a malattie rare la cui funzione è completamente o in gran parte sconosciuta e aprire la strada a nuove terapie”.
“Lavorare insieme verso lo stesso obbiettivo – conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo – condividere conoscenza e tenere sempre aperta la capacità di apprendere dal reale: questa è la strada che ci permetterà di affrontare le grandi sfide del nostro tempo anche in campo biomedico e lifescience”. (ANSA).
Fonte Ansa.it