Al 12 ottobre 2021 sono state somministrate 389.764 terze dosi di vaccini anti Covid-19, con un tasso di copertura del 5,1%, rispetto a una platea vaccinabile di 7,6 milioni di persone, secondo le categorie previste dalla circolare ministeriale del 27 settembre (che include immunocompromessi, over 80, ospiti e personale delle RSA, operatori sanitari over 60 o vulnerabili a Covid-19 severa). E’ quanto emerge dal nuovo monitoraggio della fondazione Gimbe, che sottolinea notevoli le differenze regionali: si va dal 18,3% del Molise allo 0% della Valle D’Aosta.
“Con la progressiva estensione del green pass il numero dei tamponi antigenici rapidi è aumentato del 57,7% in un mese. La media settimanale è passata da 113mila del 6 agosto a 178mila il 7 settembre, per poi stabilizzarsi tra 175mila e 185mila. Questo documenta l’esistenza di una fascia di popolazione non intenzionata a vaccinarsi”, emerge ancora dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, che mette in guardia: dal 15 ottobre, “con questi numeri si rischia il caos“. Si stimano, infatti, circa 3,8 milioni di lavoratori non vaccinati, pertanto, “dal 15 ottobre il fabbisogno settimanale stimato di tamponi antigenici rapidi è compreso tra 7,5 e 11,5 milioni: un numero molto lontano dai 1,2 milioni effettuati nella settimana 6-12 ottobre”. L’attuale sistema che punta su farmacie e centri autorizzati, spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, “non potrà garantire, almeno nel breve termine, un’adeguata offerta di antigenici a prezzo calmierato”. Per far fronte all’aumento del fabbisogno di test “è urgente sia ampliare il numero di farmacie e altre strutture autorizzate che aderiscono all’accordo del prezzo calmierato, sia potenziare l’attività per aumentare il numero di tamponi”. Mentre la soluzione non può venire dalle proposte avanzate negli ultimi giorni, come estendere validità dei tamponi a 72 ore o tamponi fai da te: “oltre a non avere basi scientifiche presentano rischi di tipo sia sanitario, sia medico-legale e assicurativo”, conclude Cartabellotta.
“Sul green pass abbiamo chiesto al governo di valutare l’opportunità di ridurre ulteriormente i costi dei tamponi e di sostenere impresa e lavoro sul tema della salute e sicurezza. Il presidente del Consiglio ci ha assicurato che nelle prossime ore il governo deciderà anche eventuali inziative in questo senso”, ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. “Abbiamo colto l’occasione per segnalare al governo” la necessità di “un abbassamento molto forte del costo del tampone e che si potenzi il credito di imposta su tutte le spese di sanificazione che permetta alle imprese di affrontare questa questione”, ha detto anche il leader della Cgil Maurizio Landini. “Personalmente – ha aggiunto – penso che sarebbe un fatto molto importante che le imprese tutte, non solo qualcuna come sta succedendo, assumessero l’onere del pagamento del tampone per tutti i lavoratori”.
Il monitoraggio sottolinea inoltre che per la seconda settimana consecutiva, cala il numero di nuovi vaccinati: da 493mila a 378mila (-23,2%). E la media giornaliera (media mobile a 7 giorni) dei nuovi vaccinati “è progressivamente calata dai quasi 172 mila del 12 agosto fino a quota 54 mila il 10 ottobre”. Dati che dimostrano come “la ‘spinta gentile’ del green pass abbia avuto un’efficacia modesta nel contrastare l’esitazione vaccinale”. Visto che la certificazione verde “non ha prodotto i risultati auspicati e che da domani si rischia il caos, con centinaia di migliaia di lavoratori sprovvisti della certificazione verde impossibilitati ad effettuare un tampone, il Governo deve prendere in considerazione l’obbligo vaccinale”, commenta il presidente Gimbe Nino Cartabellotta.
Fonte Ansa.it