Riguarda oltre l’80% delle donne italiane. E non fa distinzioni d’età né di peso. Stiamo parlando della cellulite, l’inestetismo più odiato contro cui nulla sembra funzionare.
Cosa si intende per cellulite e come si manifesta?
Il nome scientifico della cellulite è pannicolopatia edemato – fibrosclerotica (pefs). Questa complessa definizione indica l’evoluzione delle alterazioni patologiche dei tessuti cutaneo e sottocutaneo, che degenerano per colpa di disturbi del microcircolo sanguigno e dell’aumento dei radicali liberi. Gli adipociti, le cellule del grasso sottocutaneo, si gonfiano, si alterano e non comunicano più con il tessuto circostante, che diventa duro e si ritrae, tendendo le fibre.Il cambiamento è visibile anche all’esterno. Quando comincia a formarsi l’edema la pelle perde compattezza ed elasticità, assumendo un aspetto pastoso e granuloso, a buccia d’arancia; a mano a mano che i tessuti adiposi si induriscono, eccola diventare come un materasso. Le gambe si coprono di capillari bluastri, che possono rompersi al minimo urto, dando luogo a ecchimosi.
Stadi evoluzione della cellulite.
Quattro gli stadi di evoluzione: cellulite edematosa, caratterizzata da ristagno dei liquidi e pelle più pastosa e fredda al tatto; cellulite fibrosa, con formazione di noduli nel tessuto adiposo e tessuto connettivo meno elastico e rigido, pelle che presenta i segni caratteristici della buccia d’arancia, alcuni avvallamenti e discromie; cellulite sclerotica molle, stadio nel quale i noduli aumentano di dimensione, diventano duri e dolenti al tatto e dove possono iniziare a comparire i primi segni di una insufficienza venosa o linfatica; cellulite sclerotica, l’unica irreversibile, con dolore provocato dalla compressione dei micronoduli sulle terminazioni nervose e con il derma che si presenta con infossamenti profondi e con il classico aspetto a “materasso”.
Quali sono le cause?
La cellulite dipende da diversi fattori, tra cui ormonali, costituzionali, ereditari e di stile di vita (alimentazione troppo ricca di sale, fumo, sedentarietà).
Quali sono i trattamenti e i rimedi per contrastarla?
Nell’ambito della dermatologia plastica, l’arma più efficace è certamente la Microterapia. Questo trattamento si effettua con il cosiddetto SIT, attraverso cui viene iniettata sottocute una soluzione ipersalina in grado di richiamare i liquidi ristagnanti, che vengono poi espulsi con le urine. Grazie all’eliminazione dei liquidi in eccesso in modo naturale, il grasso può essere più facilmente metabolizzato dall’organismo. Le microiniezioni sono praticate a una distanza di circa un centimetro l’una dall’altra, mediamente in 10 sedute della durata di 10-20 minuti ciascuna. Il trattamento è indolore, non causa la rottura di capillari e non lascia segni visibili. È sempre fondamentale associare il trattamento a una serie di accorgimenti quotidiani, che includono una corretta alimentazione con pochi carboidrati e poco sale, un’adeguata idratazione e un’attività fisica costante. Agendo contemporaneamente su questi fronti, i risultati saranno evidenti e apprezzabili. La Microterapia può essere associata alla radiofrequenza, capace di trasformare energia elettrica in calore che omogeneamente penetra nei tessuti fino al derma, stimolando sia la produzione di nuovo collagene sia la riorganizzazione delle fibre di collagene già presenti. La quadripolarità (ovvero l’utilizzo di quattro elettrodi) della radiofrequenza è in grado di concentrare il calore in modo preciso, senza dispersioni e con risultati visibili sin dalla prima seduta.