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I tagli che hanno distrutto la Sanità pubblica. Che il coronavirus possa cambiare il paradigma? Tutto da dimostrare.

-foto scattata da Paolo Miranda-infermiere rianimazione terapia intensiva Cremona
 
Piange questa infermiera dell’unità  Rianimazione e terapia intensiva di Cremona. «Un momento di sconforto e la caposala che le va incontro, si piega, le dice che andrà tutto bene. Siamo persone, non eroi». Uno scatto rubato dall’infermiere Paolo Miranda una foto che esprime tutta la sofferenza e la stanchezza. 
 
Uno dei problemi dell’Italia è la mancanza di medici non solo generici ma anche specialisti , infermieri,personale di supporto in generale posti letto e strutture. Così lo Stato ha fatto a pezzi il Servizio Sanitario Nazionale con tagli e riduzioni di spesa: ma fino a che punto il sistema può reggere? E che risultati hanno prodotto questi tagli ?
Ogni anno, ci sono 12 mila medici laureati che non riescono ad entrare nel sistema. Non riescono, infatti, ad ottenere la borsa di studio per specializzarsi. Per non parlare del numero chiuso nelle università nelle facoltà di  medicina e chirurgia.
 
Il destino della sanità di un Paese è legato strettamente alla sua capacità di crescere e nel caso in cui non ce la faccia di saper scegliere cosa sacrificare.Facile dire che la salute viene prima di tutto, anche prima dell’economia, ma nella pratica, gli ultimi decenni dimostrano esattamente il contrario, non hanno saputo dare la priorità alla sanità scegliendo di far crescere pensioni (le loro, e vitalizzi), bonus e sussidi vari.
 
Che il coronavirus possa cambiare il paradigma? Tutto da dimostrare.

Speranza ha comunicato che una delle cose positive approvate in manovra di bilancio, ad esempio, è la possibilità di scorrere le graduatorie per gli idonei dei concorsi fatti negli ultimi anni. L’obiettivo inoltre resta quello di stabilizzare le persone che lavorano nel SSN ma che sono precarie rafforzando sopratutto le aree più deboli.

È stato poi detto al ministro che da quando sono stati firmati i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza), essi però non sono stati finanziati.  Questo perché, come comunica l’ufficio di bilancio, ci vogliono 800 milioni ed in alcuni regioni addirittura 1600 milioni. Tale denaro, ha risposto Speranza, dovrà essere trovato perché i soldi investiti in salute sono un investimento nella vita delle persone e fanno anche risparmiare nel lungo temine.

Angeli delle corsie

 
Quando tutto sarà finito ricordiamoci di queste foto, ricordiamoci in che stato questi “Angeli delle corsie” hanno lavorato dando il loro supporto e la loro professionalita’ in cambio di un misero stipendio a fronte di ore e ore di stressante lavoro e paura, paura di essere contagiati, paura di non poter aiutare malati contagiati, che hanno visto morire da soli e senza i loro familiari,paura di ritornare a casa e non poter abbracciare i loro figli e i loro cari .
Ricordiamoci quando tutto sara’ finito che siamo un Popolo meraviglioso e dobbiamo essere governati da un altrettanto Governo  meraviglioso. 
 
 
 
di Sandra Caschetto
 
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