Senza il proprio corpo, nessun essere umano esisterebbe; esso, infatti, è quel luogo in cui vivono sentimenti, emozioni, pensieri, in sintesi: le persone. Ognuno ha dunque il diritto di curare il suo
corpo come meglio crede attraverso l’alimentazione, lo sport, la meditazione, ma spesso un evento porta le persone a rinunciare a tale diritto: la malattia. Ammalarsi, infatti, causa spesso la rinuncia a scegliere cos’è meglio per sé, perché spesso quando ci si ammala si va dal medico, ci si fa prescrivere il curativo, il tutto senza fermarsi a riflettere su cosa si stia facendo. Non intercorre tra la prescrizione e l’assunzione della terapia un momento in cui si valuta se quella terapia sia adatta per sé, incorrendo poi nell’assumere farmaci dagli effetti indesiderati e inaspettati, o, a sprecare soldi in cure che in realtà non si desiderano.
Tale meccanismo è purtroppo una perdita per ogni cittadino-paziente, perché, per quanto magari non sia esperto di medicina, ha il diritto di essere informato di tutte le possibili terapie per poi scegliere la soluzione migliore per la propria salute.
Tale diritto si chiama “libero arbitrio” e garantirlo è la mission dagli educatori professionali: i professionisti sanitari che si occupano di aiutare le persone a scegliere cosa desiderano per il loro corpo, senza imporre idee, ma favorendo la decisione personale di ciascuno. Perché per loro non è importante cosa sceglie la persona, ma che scelga, perché tutti sono responsabili del proprio corpo, perché ogni individuo è il proprio corpo.