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Il farmaco singolo nella cura dell’emicrania, più sicurezza ed efficacia

Uno dei problemi nella cura dell’emicrania è sempre stata la necessità di utilizzare più farmaci per ottenere un risultato clinico soddisfacente. Tutto ciò spesso andava a scapito della sicurezza, più farmaci di prevenzione significava maggior rischio di effetti collaterali e quindi di sospensione della terapia stessa. In aggiunta, la efficacia della terapia combinata di più farmaci poteva essere compromessa per le possibili interazioni metaboliche tra i farmaci stessi. Tutto ciò spesso favoriva la naturale cronicizzazione dell’emicrania e con un conseguente uso incontrollato di analgesici.

Studi recenti hanno ormai puntualizzato come la disponibilità attuale di farmaci ad alta efficacia per l’emicrania, possono decronicizzarla rapidamente con un indice di possibili effetti avversi del tutto modesto. Questi farmaci, gli anticorpi monoclonali per il Calcitonin-Gene-Related-Peptide o il suo recettore sono disponibili ora in tutte le Regioni e sono dispensati mediante un Piano Terapeutico stilabile da circa 210 Centri autorizzati a livello nazionale per la cura dell’emicrania ad alta frequenza o cronica a favore di pazienti che non hanno risposto adeguatamente alle precedenti terapie.

Lo stesso paradigma terapeutico ma per la forma cronica di emicrania e già da tempo disponibile ed utilizzato, ed è quello che si basa sull’utilizzo della tossina botulinica.

Una recente analisi dei vantaggi in sicurezza ed efficacia della monoterapia rispetto alla combinazione di terapie multiple per l’emicrania è apparsa oggi sulla prestigiosa rivista scientifica Expert Opinion on Drug Safety a firma dei ricercatori del gruppo di Paolo Martelletti dell’Università Sapienza presso l’Ospedale sant’Andrea di Roma.

Il futuro dell’emicrania prevede l’utilizzo di ulteriori classi farmacologiche, i gepanti ed i ditani, che utilizzati singolarmente permetteranno di ottenere un controllo della frequenza e della intensità dell’emicrania e delle sue dolorose e fortemente invalidanti crisi dolorose.

Fonte Ansa.it

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