“L’influenza di quest’anno colpira’ circa 5 milioni di persone e il picco e’ atteso per la fine di gennaio”. Lo afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Universita’ degli studi di Milano e direttore sanitario degli Irccs Galeazzi di Milano. “La stagione e’ ancora nella fase iniziale – spiega Pregliasco all’AGI – complici le temperature miti delle festivita’ che hanno fatto spostare in avanti l’inizio dell’epidemia vera e propria. Fino ad ora hanno lavorato alla grande i virus simili influenzali, sollecitati dagli sbalzi termici, ma il clima rigido di questi giorni sta scatenando la vera influenza. Ad oggi – annota il virologo – sono un milione e mezzo gli italiani colpiti, piu’ di 250 mila circa nell’ultima settimana”.
La curva epidemica e’ alla terza settimana di crescita, rispetto all’anno passato la crescita e’ piu’ lenta e l’incidenza dei casi piu’ bassa ma gli esperti potranno regolarsi meglio dopo il 7 gennaio, quando riapriranno le scuole e il virus si diffondera’ in maniera piu’ rapida. L’anno scorso era circolato molto un virus di tipo B, quest’anno invece prevalgono due virus: l’A-H3N2, particolarmente rischioso per gli anziani e l’A-H1N1, diffuso maggiormente al Sud. “Sono virus che mettono a rischio anche i bambini, perche’ il loro organismo non e’ mai entrato in contatto con essi e quindi non sono immunizzati” spiega Pregliasco. Quest’anno, comunque, l’ondata influenzale si presenta piu’ leggera rispetto a quella del 2017-2018 e l’impatto della malattia potrebbe essere ridotto dall’elevato numero di vaccini richiesti, al punto che molte Asl hanno esaurito le scorte. “La stagione passata e’ stata la peggiore degli ultimi 15 anni – sottolinea il virologo – con 8 milioni e mezzo di persone a letto, 160 casi di morte diretta per polmonite grave, e circa 10mila persone decedute per complicanze a livello cardiaco e respiratorio”. Non dimentichiamo, dice, che l’influenza e’ una malattia banale, ma colpisce molti soggetti e tra questi anche persone fragili, per cui si verificano casi di morte.
Come curarsi quando appaiono i classici sintomi delle ossa rotte, febbre e tosse? Ricordarsi prima di tutto che la malattia e’ contagiosa e si trasmette facilmente. “Esistono antivirali – ricorda Pregliasco – ma utilizziamoli solo in casi gravi. ltrimenti suggerisco l’automedicazione responsabile, seguendo le indicazioni contenute nella scheda tecnica dei farmaci, per attenuare i sintomi ma non azzerarli. Gli antipiretici non sono curativi, riducono solo il fastidio. Se pero’ li assumiamo in dosi massicce facciamo il gioco del virus, perche’ la febbre e’ una risposta immunitaria buona dell’organismo e dobbiamo ascoltarla”. Se la febbre non passa, oppure passa e poi ricomincia, questo puo’ essere il segnale di un’infezione batterica e quindi e’ opportuno rivolgersi subito al medico di famiglia. Bene assumere i probiotici, la vitamina B e la C perche’ aiuta a rinforzare le difese immunitarie. E naturalmente attenzione agli sbalzi termini che ci predispongono al contagio