In Europa 6 persone su 10 sono ipertese senza saperlo, e quindi senza curarsi adeguatamente. La prevenzione in questi casi può essere essenziale per evitare l’insorgere di gravi patologie cardiovascolari.
Sono in arrivo le nuove linee guida europee, promosse e diffuse dalla European Society of Hypertension che insieme alla European Society of Cardiology ha stilato una nuova edizione di linee guida da seguire. La prima presentazione del documento è avvenuta a Barcellona lo scorso giugno, i cui fondamentali obiettivi sono quelli di riuscire ad estendere il controllo dell’ipertensione in un numero sempre crescente di persone attraverso delle terapie farmacologiche mirate.
“Anche nelle forme più lievi viene raccomandato il trattamento farmacologico – dichiara il prof. Giuseppe Mancia, dell’Università Milano-Bicocca e co-Chairman delle Linee Guida, coordinatore di una Task Force composta da altri venti specialisti europei – E’ dimostrato da alcuni studi scientifici che maggiore è la riduzione della pressione più grande è il vantaggio addizionale che riusciamo a garantire ad un paziente.”
L’ipertensione arteriosa è un fenomeno che si manifesta in presenza di eccessiva pressione nel sangue delle arterie, determinata dalla quantità di sangue pompato dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue. Di per sé l’ipertensione non è una malattia, tant’è che si registra in circa il 30% della popolazione sopra una certa soglia d’età. Costituisce però un “fattore di rischio”, ovvero può concorrere, se non opportunamente monitorata, alla formazione di più gravi patologie tra cui ictus cerebrale, infarto di cuore o insufficienza renale. Dal momento che prevenire è meglio che curare, tenendo sotto controllo la nostra pressione arteriosa possiamo dormire sogni più tranquilli.
Mediamente una persona in buono stato di salute presenta una pressione sistolica non superiore a 120 mm Hg. Il parere degli esperti ci suggerisce che a partire da 140 mm Hg (di pressione sistolica-la massima) e 90 mm Hg (di pressione diastolica-la minima) è bene intervenire con terapie farmacologiche mirate, al fine di ridurre le possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari.
Esistono due tipi di ipertensione: un primo tipo definito “ipertensione primaria” di cui fanno parte il 95% dei casi di ipertesi e in cui l’alterazione dei valori pressori dipende da varie cause (sistema nervoso, sostanze circolanti che interferiscono con la pressione, stress, alimentazione, ecc..); nel secondo caso invece si parla di “ipertensione secondaria” di cui fanno parte il 5% dei casi registrati e le cui cause possono essere malattie congenite o acquisite che interessano i reni, i surreni, i vasi, il cuore. In quest’ultimo caso la rimozione della causa scatenante ripristina i normali valori pressori.
Nonostante l’aumento dei valori pressori non sempre si accompagni ad una particolare sintomatologia, i principali sintomi pi comuni sono mal di testa (specie al mattino), stordimento e vertigini, ronzii nelle orecchie (acufene), alterazione della vista, perdita di sangue dal naso (epistassi). Va detto che la scarsità dei sintomi spesso impedisce il riconoscimento della condizione ipertesa nel paziente. I fattori che predispongono particolarmente alla condizione ipertesa sono innanzitutto la familiarità, l’età, il sovrappeso, il diabete, il fumo, l’alcool, lo stress e la sedentarietà.
In un documento dell’European Society of Hypertension, basato sulle numerose ricerche effettuate nel campo dell’ipertensione arteriosa, si è dimostrato come in Europa 6 pazienti su 10 siano ipertesi senza saperlo e quindi senza prendere le dovute precauzioni a riguardo. Il 25 agosto le nuove linee guida saranno pubblicate parallelamente alla loro presentazione durante il congresso dell’European Society of Hypertension a Munich.